ROMA. Afte e macchie sullo smalto dei denti possono essere segnali di un disturbo di celiachia, sopratutto nelle donne. «La celiachia oggi è unanimemente considerata come una particolare malattia autoimmune in cui il disturbo intestinale è solo la prima di una serie di reazioni immunitarie che possono colpire anche altre sedi corporee. In questo modo si spiegano molti dei sintomi extraintestinali della malattia tra cui una serie di manifestazioni cliniche rilevabili, il più delle volte, con un semplice controllo, eseguito dal vostro odontoiatra o igienista dentale di fiducia», ha spiegato Jacopo Gaultieri, odontoiatra membro dell'EAO (European Association for Osseointegration). Intanto anche quest'anno, fino al 22 maggio, torna la Settimana Nazionale per la prevenzione della Celiachia, una patologia i cui casi conclamati tra gli italiani negli ultimi anni, secondo il Ministero della Salute, hanno avuto un'impennata del 15% passando da 148.662 a 172.197. Un'altra conferma, inoltre, arriva dall'incidenza a livello di genere, che vede la celiachia come una patologia «al femminile» con più del doppio dei casi di donne affette: 121.964 contro i 50.233 uomini. La sua comparsa, inoltre, non avviene più tanto durante l'età infantile (i bambini sono il 9,3%), ma si verifica sempre di più in età adulta e, «parlando di numeri, spiega Costantino De Giacomo, Direttore del Dipartimento Materno Infantile dell'Ospedale Niguarda di Milano, data l'incidenza, i celiaci sarebbero potenzialmente circa 600 mila ma ne sono stati diagnosticati ad oggi intorno a 172 mila, in quanto sono numerosi anche i casi sospetti ai quali non viene data ufficialità». «È chiaro dunque - conclude Gualtieri- che, come dimostrano numerosi studi clinici presenti in letteratura, la maggiore evidenza di correlazione con la celiachia si è registrata per la stomatite aftosa ricorrente - le afte - e per le ipoplasie dello smalto - le macchie dentali. Un attento esame obiettivo del cavo orale da parte dell'odontoiatra, dunque, potrebbe rilevare la presenza di lesioni dei tessuti duri e molli o altre particolari problematiche che si associano con maggior frequenza alla celiachia, far insorgere il sospetto e avviare, quindi, l'iter diagnostico».