ROMA. Si impenna il numero dei mondi alieni: sono almeno 3.200 i pianeti esterni al Sistema Solare dopo i 1.284 scoperti dal telescopio spaziale Kepler, un 'bottino' senza precedenti che ha portato gli esperti della Nasa ad esclamare che nella nostra galassia i pianeti potrebbero essere più numerosi delle stelle. Presentata dalla Nasa in una conferenza stampa, la scoperta è pubblicata sull'Astrophysical Journal. La Via Lattea comincia ad avere un aspetto molto diverso rispetto a quello che si immaginava fino a una decina di anni fa, quando i pianeti esterni al Sistema Solare chiaramente identificati erano appena 200. La nostra galassia adesso appare così diversa che il direttore scientifico della Nasa, Ellen Stofan, non ha esitato a presentare la scoperta degli oltre mille pianeti dicendo: «Questo ci lascia sperare che da qualche parte là fuori, attorno a una stella simile alla nostra, potremmo scoprire un'altra Terra». In effetti si è impennato anche il numero dei pianeti simili alla Terra perchè, dei 1.284 individuati da Kepler, 550 potrebbero essere relativamente piccoli e forse rocciosi come il nostro. Di questi, inoltre, nove potrebbero trovarsi nella cosiddetta «zona abitabile», potrebbero cioè trovarsi alla 'giusta' distanza dalla loro stella perchè sulla loro superficie possa scorrere acqua liquida, primi requisito per ospitare forme di vita. Al momento appena 21 dei pianeti esterni verificati hanno questa caratteristica. Il bottino di Kepler è il frutto della caccia cominciata nel luglio 2015, con un primo catalogo di 4.302 candidati pianeti, ma solo per 1.284 di questi le probabilità di essere un pianeta superavano il 99%. «Prima che del lancio di Kepler - ha affermato Paul Hertz, direttore della divisione di astrofisica della Nasa - non sapevamo se i pianeti esterni al Sistema Solare fossero rari o comuni nella galassia. Grazie a Kepler e alla comunità dei ricercatori, ora sappiamo che ci potrebbero essere più pianeti che stelle: un'informazione utile per le missioni future che ci porteranno più vicini a scoprire se siamo soli nell'universo». La scoperta è il frutto di un'analisi statistica nella quale i dati di Kepler sono stati analizzati dal gruppo dell'università di Princeton guidato da Timothy Morton. «Possiamo pensare ai candidati pianeti come a briciole di pane: se ne versi sul pavimento poche e di grandi dimensioni - ha spiegato Morton - puoi raccoglierle una a una, ma se versi in terra un'intera busta di minuscole briciole arai bisogno di una scopa per raccoglierle: l'analisi statistica è la nostra scopa». Per Natalie Batalha, del centro di ricerche Ames della Nasa, «questi risultati ci permetteranno di conoscere meglio quante stelle potrebbero ospitare mondi abitabili dalle dimensioni simili a quelle della Terra: un numero necessario per progettare le future missioni spaziali in cerca di mondi abitabili».