ROMA. Anche i tatuaggi all'hennè, quelli non permanenti, possono causare reazioni allergiche.
Lo affermano gli esperti dell'università di Sheffield, che presentano un caso avvenuto su un bambino di 10 anni sulla rivista Bmj Case Reports.
Il bambino, raccontano i medici, si era fatto un tatuaggio sul braccio durante un viaggio in Spagna. Una volta tornato, quattro giorni dopo, ha manifestato uno sfogo cutaneo intorno al tattoo, con prurito e la formazione di bolle e una infezione della pelle chiamata cellulite, guarite poi con un settimana di trattamenti antibiotici e creme al cortisone.
«L'hennè che si usa per i tatuaggi è una combinazione di un pigmento naturale e di una sostanza chimica chiamata parafenilendiammina - scrivono gli autori - ed è quest'ultima, usata per rendere l'inchiostro più scuro e per farlo asciugare prima, che causa reazioni allergiche. Questa sostanza è proibita nei prodotti per la pelle, ed è ammessa solo nelle tinture per capelli fino a un massimo del 6%, mentre negli inchiostri è presente anche in proporzione del 30%».
Negli archivi dell'Fda, aggiunge Jaya Sujatha Gopal-Kothandapani, uno degli autori, al sito Livescience, ci sono numerose segnalazioni di reazioni allergiche all'hennè.
«Ci sono diverse differenze tra l'hennè innocuo e quello che causa allergie - spiega la ricercatrice -. La pasta naturale è verdastra, ha un odore che sembra naturale e lascia un segno di un marrone profondo. Quella pericolosa è invece nera, ha un odore 'chimico', si asciuga subito e può bruciare al contatto con la pelle».
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