ROMA. Che sia un barboncino o un gatto siamese, prendersi cura di un animale domestico aiuta i giovanissimi a mantenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue e costituisce un valido aiuto nella gestione del diabete di tipo 1, ovvero quello in cui la mancanza di insulina è legata a fattori autoimmuni.
È la conclusione a cui sono giunti ricercatori della University of Massachusetts Medical School, negli Stati Uniti. I risultati dello studio controllato sono stati pubblicati sulla rivista PLoS ONE.
Il team ha selezionato 23 bambini e ragazzi con diabete mellito di età compresa tra 9 e 19 anni, impegnati regolarmente a prendersi cura di un animale. A priori sono stati invece esclusi dalla ricerca coloro che, pur avendo un pet a cui erano molto affezionati, non risultavano coinvolti nell'accudimento.
I ricercatori hanno quindi messo in relazione la capacità di gestire responsabilmente le esigenze degli amici a quattro zampe con il successo nell'autogestione della malattia cronica.
Ne è emerso che i bambini diabetici che si occupano attivamente di almeno un animale domestico hanno 2,5 volte più la probabilità di mantenere sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue rispetto a coloro che non lo fanno. In particolare, sottolinea lo studio, la creazione di una routine domestica e la promozione di atteggiamenti di responsabilità educano i giovani a mettere in atto una serie di comportamenti utili, come assumere regolarmente insulina, effettuare misurazioni e fare attività fisica.
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