ROMA. «Come 'Il Piccolo Principe' avrò un mini pianeta tutto mio». Un asteroide porterà il nome di Eugenio Finardi e sarà il «pianeta da cui ricominciare». A dedicare la nuova scoperta del cielo al cantautore italiano, durante la rassegna «Seconda stella a destra» alla Gran Guardia di Verona, è un gruppo di astrofili che ha riconosciuto nei testi di Finardi la sua grande passione per i corpi celesti. «Mi emoziona il fatto che siamo così piccoli e duriamo così poco - ha detto - eppure siamo stati in grado di capire la vastità dell'universo, di compiere una delle più grandi conquiste dell'umanità». Un evento «stellare» che lo emoziona e che ha l'unica pecca di non poter essere condiviso con suo padre. «Una volta, quando avevo 12 anni, - ha raccontato - mi portò in cima a una montagna e mi mostrò le stelle: 'Vedi quelle? - mi disse - sono così lontane che la loro luce per venire da noi è partita milioni di anni fa. Noi non viviamo che un battito di ciglia ma il fatto che riusciamo a sapere tutto questo - aggiunse poi - le fa essere comunque nostre'». Il battesimo del piccolo pianeta con il suo nome arriva proprio in un momento di fervore dell'artista, che ha da poco aperto il tour «40 anni di musica ribelle», dedicato al celebre album del '76 «Sugo», e che è impegnato nella direzione artistica della festa del Primo maggio in Piazza Maggiore a Bologna. «Sono sempre stato un outsider - ha detto - non ho operato nel 'mainstream' e ho fatto una scelta di libertà, testimoniando ciò in cui credevo. Non me ne pento - ha aggiunto - perchè ho avuto il privilegio di entrare in tante vite senza rinunciare alla mia, senza che questo lavoro mi allontanasse da quello che sono». Nonostante «il nostro Paese a volte faccia infuriare e meriterebbe una società civile migliore», lui, che è anche cittadino americano, ha scelto l'Italia. «E l'Italia ha scelto me - ha sottolineato - perchè mi ha dato tantissimo». Non ultimo un asteroide. Era proprio questo il significato di «Extraterrestre»: «Non si può sfuggire da se stessi, si parte ma poi si ha voglia di tornare», ha detto. E di questo Paese, Finardi è stato, come dice lui stesso, «una delle voci dei pensieri nascosti», ne ha cantato l'inconscio e il materiale stellare.