ROMA. L'Italia ha una struttura per età fortemente squilibrata: i 15-34enni rappresentano il 21,1% del totale della popolazione iscritta in anagrafe al 1° gennaio 2015 e, secondo le più recenti previsioni demografiche, nel 2050 il loro peso sarà sceso al 20,2. Le persone over65 nel 2015 sono anch'esse il 21,7% della popolazione ma, al contrario, il loro numero è destinato ancora a crescere.
L'indice di vecchiaia della popolazione, ossia il rapporto tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione più giovane (0-14 anni), è infatti atteso a salire da 157,7 a 257,9 tra il 2015 e il 2065. Anche l'età media della popolazione subirà un ulteriore incremento, passando da 44,4 anni del 2015 a 49,7 del 2065.
I dati emergono da due nuovi sistemi informativi dell'Istat dedicati a giovani (under 35) e anziani (over 65) che indicano anche qualità della vita, salute e altri elementi. Dallo studio emerge che il 28,6% dei giovani che vivono soli risulta a "rischio di povertà" (vive cioè in famiglie che nel 2013 avevano un reddito familiare equivalente inferiore al 60% del reddito mediano), contro il 19,4% del totale dei residenti in Italia.
Il 13,4% dei giovani che vivono in coppia come genitori sperimenta nel 2014 una condizione di grave deprivazione materiale (mostra cioè almeno quattro segnali di deprivazione su un elenco di nove), contro l'11,6% osservato sul totale della popolazione. Migliora invece la sensibilità nei confronti della cultura da parte dei meno giovani: nell'arco di 10 anni le persone di 65-74 anni che hanno visitato musei o mostre almeno una volta nell'ultimo anno passano dal 15,1 del 2005 al 22,6% del 2015.
Nello stesso arco temporale aumentano anche le persone di 65-74 anni che leggono quotidiani almeno una volta a settimana (dal 55,6% al 57,4%), e quelle della stessa classe d'età che sono andate al cinema o al teatro negli ultimi 12 mesi (rispettivamente dal 16,0% al 22,4% e dal 12,4% al 17,0%). In deciso aumento poi la quota di persone tra i 65 e i 74 anni che usano il pc e navigano in Internet: in 10 anni queste percentuali crescono rispettivamente, dal 5,5% del 2005 al 24,4% del 2015 e dal 3,9% al 25,6%.
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