ROMA. Una stimolazione cerebrale elettrica, non invasiva, a bassissima intensità, può migliorare le capacità di lettura dei bambini dislessici in tempi molto ridotti.
Il trattamento, che non comporta nessun fastidio per il bambino tanto da non essere percepito, è stato sperimentato dai ricercatori di Neuropsichiatria Infantile dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù sotto la supervisione della dottoressa Deny Menghini, in collaborazione con il Laboratorio di Stimolazione Cerebrale della Fondazione Santa Lucia. È la prima volta che si tenta questa strada.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Restorative, Neurology and Neuroscience.
La dislessia è un disturbo di natura genetica, biologica, ambientale che porta ad una difficoltà nella lettura.
In Italia colpisce circa il 3% dei bambini in età scolare con ripercussioni sull'apprendimento, sulla sfera sociale e psicologica.
Nei bambini dislessici è stata rilevata la presenza di aree del cervello poco attive o con un livello di attivazione alterato.
Per condurre lo studio è stata utilizzata la tecnica di Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta (tDCS), non invasiva, con passaggio di corrente a basso voltaggio (pari, per esempio, a quello necessario ad alimentare il monitor di un Pc) già impiegata per la terapia di alcuni disturbi come l'epilessia focale o la depressione.
In sei settimane di trattamento, i bambini sottoposti alla procedura hanno migliorato del 60% la velocità e l'accuratezza in alcune prove di lettura.
Il miglioramento si è dimostrato stabile anche dopo un mese dall'ultima seduta.
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