ROMA. Gli alimenti gluten free sono indispensabili per i circa 170mila celiaci diagnosticati in Italia, eppure vengono acquistati da ben due milioni di famiglie, per un mercato che vale 101 milioni di euro ed è cresciuto del 31% in un anno.
"Pensando di inseguire una scelta salutista e di dimagrire i non celiaci cadono in errore quando comprano cibo senza glutine, e invece di perdere peso rischiano di ingrassare per glutenfobia". A dirlo è Luca Piretta, nutrizionista, specialista in gastroenterologia e docente presso il Campus Bio-Medico di Roma, in occasione della presentazione del dossier su "Grano e pasta" dell'Aidepi, associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane.
Tre italiani su dieci, rileva una indagine Doxa-Aidepi, pensano che una dieta senza glutine faccia dimagrire, e uno su dieci che sia "più salutare". Secondo Piretta, invece, "non esiste alcun fondamento scientifico sul ruolo di una dieta senza glutine nel calo ponderale.
Anzi, nei cereali gluten free l'apporto calorico può essere addirittura superiore, dato che il glutine rappresenta una parte della componente proteica dei cereali che lo contengono. La quota proteica dei cereali contenenti glutine - precisa il nutrizionista - si aggira intorno al 10%-12%, mentre è presente tra l'8% e il 10% nei cereali gluten free che sono peraltro più ricchi di carboidrati (riso) o grassi (miglio e mais).
Il rischio di un regime alimentare senza glutine - conclude - è di compensare l'adeguato e necessario apporto di carboidrati complessi con un'alimentazione eccessivamente ricca di grassi".
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