ROMA. Parte lunedì la prima missione europea destinata a raggiungere Marte. Si prepara anche l'Italia che con l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) ha un ruolo primario in questa missione, accanto alla sua industria, con la Thales Alenia Space e il gruppo Finmeccanica. Si apre così una nuova frontiera che fra 20 anni potrebbe portare l'uomo a camminare sul pianeta rosso. È con questo spirito che l'Europa si prepara ad affrontare Marte, nella missione organizzata da Agenzia Spaziale Europea (Esa) e agenzia spaziale russa Roscosmos. «Con questa missione affrontiamo sfide tecnologiche straordinarie», ha detto il presidente dell'Asi Roberto Battiston. «Andare su Marte - ha aggiunto - significa sviluppare una strumentazione adeguata, con una sonda che deve rimanere operativa per anni nelle condizioni estreme dello spazio profondo, con la capacità di comunicare a centinaia di milioni di chilometri da e verso la Terra, e un veicolo in grado di atterrare su un pianeta con caratteristiche ambientali profondamente diverse da quelle della Terra, con differente composizione e densità dell'atmosfera e temperature estreme». A sviluppare queste capacità tecnologiche è stata in gran parte l'industria italiana e questo, ha rilevato Battiston, «è stato un formidabile stimolo per affrontare le tante sfide poste da una missione di frontiera come ExoMars, confrontabile per capacità tecnologiche alla missione Rosetta», grazie alla per la prima volta un veicolo costruito dall'uomo si è posato su una cometa». Come nel caso d Rosetta, «ancora una volta l'Europa si trova a fare una cosa mai fatta prima - ha osservato Battiston - e dimostra come la nostra Agenzia Spaziale Europea sia in grado di cogliere le sfide. Per l'Europa e l'Italia è anche la conferma di essere fra le grandi potenze spaziali in grado di competere a livello internazionale». Le capacità tecnologiche ci sono e «il giorno che punteremo a una missione umana Marte con un'azione coordinata internazionale, Italia ed Europa saranno in ottima posizione». In un periodo come quello attuale «le missioni con veicoli automatici su Marte hanno un costo notevole, ma che rientra comunque nel volume delle risorse che un singolo grande Paese è in grado mettere in cantiere», ha rilevato riferendosi al recente annuncio della Nasa di una missione su Marte per il 2018. «Ma se vogliamo pensare a portare l'uomo su Marte, i costi sono mille volte maggiori e richiedono uno sforzo con caratteristiche politiche completamente diverse». Se ci sarà la volontà politica di affrontarla, «una missione umana su Marte potrebbe essere possibile tra 20 o 30 anni». Con le tecnologie attuali è concepibile prevedendo dei punti di rifornimento intermedi e sarà inoltre necessario mandare prima sul pianeta un sistema che renda possibile il viaggio di ritorno a Terra. «Dai tempi di Von Brown - ha detto ancora - si sa che una missione su Marte richiede una flottiglia. Tra ExoMars e una missione umana sarà comunque d'obbligo una tappa intermedia, con una missione che raccolga campioni del suolo marziano e che li riporti a Terra: ci si sta ragionando».