ROMA. Sono i bambini i più colpiti dall'epilessia, malattia neurologica dovuta sia ad una predisposizione genetica, sia a lesioni cerebrali.
Si manifesta con crisi di vario tipo nei primi anni di vita (entro i 12 anni nel 70% dei casi), con conseguenze negative sullo sviluppo psicomotorio e ricadute sul piano sociale. Nei due terzi dei casi, infatti, la malattia si manifesta prima della pubertà.
Il 30% di tutte le epilessie è resistente ai farmaci: di queste solo il 10-15% può essere trattata con la chirurgia. In questo caso, prima si interviene, più alta è la possibilità di guarigione.
L'8 febbraio ricorre, come ogni anno, la Giornata Mondiale dell'Epilessia, con iniziative di informazione e sensibilizzazione in Italia. L'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù aderisce rispondendo all'appello della Lice (Lega Italiana Contro l'Epilessia), promuovendo l'Open Day dell'epilessia, con un team di neurologi del dipartimento di Neuroscienze a disposizione per consulti specialistici gratuiti. Si può accedere senza prenotazione e senza impegnativa.
«Le persone affette da epilessia ancora oggi sono vittime di pregiudizi e limitazioni in vari ambiti della loro esistenza», sottolinea il Direttore del dipartimento di Neuroriabilitazione del Bambino Gesù, Federico Vigevano.
L'epilessia colpisce mediamente l'1% della popolazione. Un terzo dei pazienti resiste al trattamento con i farmaci, e di questi il 10-15% riporta una lesione cerebrale operabile.
La chirurgia dell'epilessia è indicata solo quando l'area epilettogena (zona del cervello responsabile delle crisi) è circoscritta e la sua asportazione non causa deficit neurologici.
Caricamento commenti
Commenta la notizia