BOLOGNA. Delle sei gravidanze da fecondazione eterologa ottenute al Policlinico Sant'Orsola di Bologna, una è arrivata grazie ad un ovulo congelato da oltre 10 anni, primo caso in Italia e con ogni probabilità nel mondo.
"In letteratura ci sono gravidanze da ovociti congelati da 10 anni, ma per fecondazioni omologhe", ha spiegato la direttrice del centro di procreazione assistita Elenora Porcu, secondo cui il risultato dimostra non solo la bontà della tecnica del congelamento dell'ovocita pure su periodi lunghi, ma soprattutto la possibilità di utilizzarla per fecondazioni eterologhe.
Di fatto allungare i tempi di conservazione amplia la possibilità di donazione, che deve di solito fare i conti non solo con i numeri ridotti di donatori, ma anche con le compatibilità tra chi dona e riceve. In arrivo ora ci sono otto bebè (due gravidanze sono gemellari) e le prime nascite sono attese in primavera, mentre la gestazione da ovocita congelato da oltre 10 anni è iniziata da soli due mesi. Il Policlinico sottolinea che sono tutti risultati ottenuti grazie a donatori volontari e gratuiti.
Il centro infatti dal novembre 2014 ha privilegiato la donazione, piuttosto che l'importazione dall'estero, per superare la carenza di gameti.
"In futuro cercheremo anche di acquisire dall'estero, ma per ora questo è il modo peculiare e innovativo del nostro lavoro", ha spiegato Porcu, che invita a incentivare e sostenere la donazione volontaria. Un messaggio "agli Usa, dove si può pagare, ma anche all'Europa, dove sono consentiti i 'rimborsi' delle spese". Ma la donazione femminile è piuttosto difficoltosa, visto che oltre a superare lo screening medico e psicologico, l'aspirante donatrice deve sottoporsi a stimolazione ormonale e prelievo operatorio. Quindi a Bologna per trovare donatrici si è deciso di chiedere di donare i loro ovuli congelati alle donne che li avevano congelati dopo aver avuto bimbi con una fecondazione omologa. Delle circa 100 contattate, 14 hanno detto sì. Di queste cinque hanno già superato gli ulteriori screening medici. Ma c'è stata pure una donatrice, che aveva già avuto figli con gravidanze spontanee, che ha fatto il trattamento di stimolazione solo per donare al prossimo.
Tra i volontari anche 4 uomini che hanno donato gameti maschili. Il centro di Bologna, ha spiegato il direttore generale del Policlinico Mario Cavalli, è punto di riferimento nazionale, e lo dimostra l'alto afflusso di coppie da fuori regione, visto che lo è il 57,5% delle 228 coppie avviate al percorso. L'Emilia-Romagna ha tra le altre cose deciso per la gratuità di tutto l'iter, ad eccezione i ticket degli esami preliminari (sempre che non si sia esenti). La donazione volontaria e gratuita è necessaria all'eterologa ha sottolineato Cavalli, e incentivarla è una "questione culturale: bisogna far capire che donare è possibile, non solo per organi e tessuti. Una disponibilità che ci vogliamo impegnare a far crescere, anche con l'attivazione della Biobanca regionale dei gameti al Sant'Orsola".
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