MILANO. La febbre dei bambini in un caso su cinque ha origini sconosciute.
Risulta da uno studio condotto dall'Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, che per questo problema (FUO, Fever of Unknown Origin) ha realizzato un Centro dedicato, guidato da Susanna Esposito, Direttore dell'Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura dell'Ospedale.
«La febbre è un sintomo molto frequente in pediatria soprattutto nei primi mesi e nei primi anni di vita, quando le malattie infettive ne rappresentano la causa preponderante - afferma la professoressa Esposito». Quando però la febbre è periodica o ricorrente, potrebbe essere la manifestazione di una patologia più seria, «come può essere - precisa la pediatra milanese - una malattia autoinfiammatoria o autoimmune», che deve essere indagata e trattata nel modo più tempestivo e preciso possibile.
A tal fine è stato attivato presso l'Unità di Pediatria diretto da Esposito il nuovo centro dedicato ai bambini affetti da FUO, un ambulatorio specializzato nel trattamento dei soggetti a rischio o che necessitano di un iter diagnostico-terapeutico complesso.
Evidenze scientifiche recenti hanno dimostrato che la FUO può essere il sintomo anche di patologie rare non completamente note, tra cui la malattia di Kawasaki, una infiammazione acuta che colpisce i vasi di medio e piccolo calibro di tutti i distretti dell'organismo; malattia rara che nell'80% dei casi colpisce neonati e bambini sotto i 5 anni d'età.
«Una tempestiva diagnosi dei casi di FUO - precisa Susanna Esposito - è fondamentale per individuare la terapia più adeguata e per evitare ciò che era la regola fino ad un decennio fa, quando un piccolo paziente veniva sottoposto ad una lunga serie di esami e immediatamente trattato con antibiotici; con il risultato di un iter diagnostico-terapeutico complesso e pesante per bambini e genitori».
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