Giovedì 19 Dicembre 2024

Vulcani, risale a 37 mila anni fa la più antica cronaca di un'eruzione

ROMA. Ha almeno 37 mila anni la più antica 'cronaca' di un'eruzione vulcanica: è nei disegni della grotta francese di Chauvet, scoperta nel 1994 e nota come la 'Grotta dei sogni dimenticati'. Le pitture delle eruzioni si trovano nelle cavità più interne della grotta e sono state dipinte quando i vulcani vicini erano ancora attivi. La scoperta, pubblicata nella rivista PLoS One dal gruppo coordinato da Sebastien Nomade, dell'università Paris-Saclay a Gif-sur-Yvette, è riportata sul sito di Nature. La grotta Chauvet-Pont D'Arc, nel sud della Francia, è uno dei più antichi e suggestivi esempi di arte preistorica del mondo e contiene centinaia di dipinti. Sulle pareti dominano le immagini di temibili animali, come i rinoceronti lanosi, leoni e orsi. Ma in una delle sue gallerie più interne vi sono pitture che raffigurano 'spruzzi' finora misteriosi, che risalgono al periodo compreso tra 36 mila e 37 mila anni fa. «Sono dipinti unici per Chauvet», dice Nomade intervistato da Nature. Nelle pitture si riconoscono i coni dei vulcani che scagliano cascate di materiali verso l'alto. Ma finora i dipinti sono stati di difficile interpretazione perchè si pensava che, all'epoca in cui sono stati fatti, i vulcani visibili dalla grotta, a 35 chilometri nella regione di Bas-Vivarais, fossero già spenti. Per calcolare le date delle eruzioni più recenti i ricercatori hanno analizzato i campioni di rocce raccolti nel sito dei vulcani. Così è stato scoperto che i vulcani della regione sono stati attivi anche nel periodo compreso tra 19 mila e 43 mila anni fa. Le eruzioni «sarebbero state di tipo stromboliano, con la lava scagliata in alto, per oltre 200 metri, prima di cadere e scorrere lungo i fianchi dei vulcani», rileva Nomade. I cacciatori-raccoglitori che frequentavano la grotta si sarebbero goduti lo spettacolo in tutta sicurezza. «Dovevano salire la piccola collina di Chauvet e guardare verso Nord per vedere i vulcani. Durante la notte - sottolinea Nomade - si potevano vedere le esplosioni di lava incandescente e forse si udiva anche il suono delle eruzioni».

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