ROMA. Riconoscere la malattia di Alzheimer, prima ancora che compaiano i sintomi, semplicemente dall'odore delle urine: a indicarlo è uno studio guidato da Bruce Kimball, del centro di ricerca americano Monell, sui topi. Il lavoro pubblicato sulla rivista Scientific Reports potrebbe aprire la strada alla diagnosi precoce della malattia nell'uomo.
L'Alzheimer è la più comune forma di demenza degenerativa nel mondo: in Italia si stima che colpisca oltre 1 milione di persone. Non esiste al momento alcuna terapia efficace ed è anche difficile da diagnosticare rapidamente.
Nonostante questa mancanza di contromisure, poterla riconoscere in anticipo sarebbe importante, quanto meno per aiutare pazienti e familiari a pianificare meglio il futuro e limitare in qualche modo i tanti problemi associati al decorso della malattia.
Per cercare una possibile strada di diagnosi precoce, i ricercatori americani hanno sfruttato la lunga esperienza accumulata in precedenza negli studi sui cambiamenti degli odori corporei dovuti alla somministrazione di vaccini e l'attacco di virus.
Studiando l'urina di topi usati come modello per l'Alzheimer che si sviluppa nell'uomo, i ricercatori hanno scoperto per la prima volta che nei topi che svilupperanno la malattia ci sono dei piccoli cambiamenti di odore. Una 'firma' olfattiva dell'Alzheimer che compare quindi prima ancora della comparsa dei primi segni e che potrebbe essere dovuta in qualche modo alle caratteristiche genetiche da cui poi prende il via la malattia.
Il prossimo passo sarà ora quello di spostare l'attenzione verso l'uomo e capire se questo cambiamento di odori possa trasformarsi in uno strumento di diagnosi precoce.
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