PALERMO. Vivono ancora in Sicilia i leggendari serpenti 'proiettile' usati dagli antichi Greci nelle battaglie navali: sono i cosiddetti Boa delle Sabbie, i serpenti più rari in Europa nonchè l'unica specie di boa presente in Italia.
Lunghi circa mezzo metro, sono del tutto innocui per l'uomo e vivono nascosti sotto terra: proprio grazie al loro comportamento così elusivo, sono riusciti a sfuggire per secoli alla vista di ricercatori ed erpetologi.
Dopo alcuni avvistamenti che si sono susseguiti negli ultimi 80 anni vicino Licata, in provincia di Agrigento, un gruppo di zoologi è riuscito finalmente a individuare sei esemplari, di cui tre sono stati catturati vivi e studiati. Il loro identikit, che verrà presto arricchito dall'analisi del Dna, è pubblicato sulla rivista Acta Herpetologica da Gianni Insacco, direttore
scientifico del Museo di Storia Naturale di Comiso, in collaborazione con Filippo Spadola, dell'Università di veterinaria di Messina, Salvatore Russotto e Dino Scaravelli, dell'Università di Bologna.
Lo studio dimostra la presenza di una popolazione stabile e riproduttiva di Boa delle Sabbie (Eryx jaculus) nel sud della Sicilia, in un'area che si estende per circa 40 chilometri quadrati nella pianura alluvionale nota come 'la Piana', vicino al fiume Salso. Qui i serpenti potrebbero essere stati importati dagli antichi Greci per motivi di culto, ma anche a scopo bellico.
«I Greci erano soliti impiegare serpenti come proiettili da gettare sulle navi avversarie prima dell'assalto, per creare scompiglio e paura», spiega Insacco.
«In genere usavano vipere private del veleno o, in alternativa, specie simili come il Boa delle Sabbie», precisa. Proprio l'area di diffusione del rettile in Sicilia è stata teatro di due importanti battaglie nella colonia di Imera, la prima intorno al 405 a.C. e la seconda nel 310 A.C.
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