SYDNEY. La capacità degli squali di cacciare e di crescere di grandezza sarà drammaticamente colpita dal cambiamento climatico, in particolare dal riscaldamento e dall'acidificazione degli oceani, previsti entro fine secolo.
Uno studio dell'Università di Adelaide, in Australia, basato su esperimenti di lungo termine e pubblicato sulla rivista Scientific Reports, fa prevedere gravi effetti nocivi sulla capacità degli squali di soddisfare la propria domanda di energia, con effetti lungo la catena alimentare di cui occupano la cima, a cascata attraverso l'intero ecosistema.
Gli esperimenti sono stati condotti su squali di Port Jackson, specie migratrice stagionale, che prendono il nome dalla baia che frequentano nel sudest dell'Australia, ospitati per sette mesi in grandi vasche con habitat naturale e prede.
Gli studiosi hanno osservato che gli squali impiegavano molto più tempo a trovare cibo e in alcuni casi non provavano nemmeno. E hanno scoperto che in temperature elevate lo sviluppo embrionale è più rapido.
Allo stesso tempo la combinazione di acque più calde e di alto CO2 aumenta la domanda di energia dell'animale, ne riduce l'efficienza metabolica e la capacità di localizzare il cibo attraverso l'olfatto. L'effetto d'insieme è una marcata riduzione nei tassi di crescita corporea degli squali.
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