Giovedì 19 Dicembre 2024

Chi legge è più felice: il risultato di una ricerca

MILANO. I lettori sono più felici dei non lettori, affrontano la vita in maniera più positiva e fanno un uso più articolato del proprio tempo libero: è questo in sintesi il risultato di una ricerca presentata a Milano nel corso di BookCity 2015. In occasione del suo decennale, il Gruppo editoriale Mauri Spagnol ha commissionato a Cesmer, Centro di Studi dell'Università Roma Tre, un'indagine che si concentrasse sui benefici dalla lettura di libri (cartacei o digitali): «I risultati offrono un'immagine del lettore lontana dagli stereotipi», hanno spiegato Stefano Mauri e Luigi Spagnol. L'indice di felicità dei lettori risulta superiore rispetto a quello dei non lettori, se misurato con la scala di Veenhoven (da 1 a 10): 7,44 contro 7,21. Stesso discorso per il 'Subjective Well-Being' (scala di Cantril, da 0 a 10), per cui l'indice di benessere dei lettori (7,12) supera quello dei non lettori (6,92). La ricerca ha investigato più a fondo la dimensione emotiva, misurando con la scala di Diener e Biswas-Diener la frequenza (da 6 a 30) di emozioni positive come piacere e serenità e negative come tristezza e rabbia provate di recente dai soggetti: è risultato così che i lettori provano più benessere dei non lettori (21,69 contro 20,93) e soprattutto che i primi provano meno rabbia dei secondi grazie agli strumenti cognitivi offerti dalla lettura stessa (16,84 contro 17,47). Infine, l'indagine ha mostrato che i lettori compiono un uso più soddisfacente e variegato del loro tempo libero: rispetto alla scala Van Boven, Leaf e Gilovich che misura l'indice di felicità generato dall'impiego del tempo libero (da 1 a 9), i lettori superano di nuovo i non lettori (7,59 contro 7,35). Ma questa felicità generata non proviene necessariamente dalla lettura che, per quanto considerata dai lettori stessi l'attività ricreativa più importante, non è la prima per apporto di felicità, preceduta com'è dall'esercizio fisico e dallo sport, dall'ascolto della musica e da attività culturali come assistere a mostre e spettacoli teatrali. Lo studio di Cesmer fa riferimento a un campione di 1100 persone bilanciato per provenienza, età e genere.

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