Venerdì 22 Novembre 2024

"Sono omosessuale" e il Vaticano revoca gli incarichi a Monsignor Charamsa

ROMA. «Indebita pressione sul Sinodo». È giunta immediata la risposta del Vaticano a monsignor Kryzstof Charamsa, officiale della Congregazione per la dottrina della fede, che ha raccontato al Corriere della Sera di essere gay praticante, «felice» e con un «compagno». Dopo l'intervista pubblicata oggi a tutta pagina, «si deve osservare - ha spiegato il portavoce Federico Lombardi - che, nonostante il rispetto che meritano le vicende e le situazioni personali e le riflessioni su di esse, la scelta di operare una manifestazione così clamorosa alla vigilia della apertura del sinodo appare molto grave e non responsabile, poichè mira a sottoporre l'assemblea sinodale a una indebita pressione mediatica». Il Vaticano non poteva che toglierli gli incarichi presso la Congregazione che sovrintende sulla dottrina, di segretario aggiunto della Commissione teologica internazionale, e di docente presso due università pontificie. Tocca ora al suo vescovo decidere del futuro del sacerdote, che è incardinato nella diocesi polacca di Pelplin. Rimane il dubbio sul perchè Charamsa, che al Corriere ha detto di voler spiegare la sua situazione al Papa scrivendogli una lettera, abbia scelto di raccontare tutto al più diffuso quotidiano italiano, e poi in una conferenza stampa, ben prima di far arrivare il suo grido di dolore a papa Francesco. Dubbio che pone interrogativi non trascurabili alla vigilia del sinodo: domani si apre in Vaticano la seconda assise dedicata al tema della famiglia, nel cui ordine del giorno famiglia, c'è anche il tema delle unioni gay. La questione omosessuale, insieme alla comunione per i divorziati risposati, è una delle più calde, almeno per le chiese «occidentali» e per le loro opinioni pubbliche. Domattina il sinodo verrà comunque inaugurato con una messa solenne: il Papa celebrerà con altri 314 tra cardinali, vescovi, sacerdoti. E lunedì mattina partirà la prima Congregazione generale. Il tema di queste assise è «La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo». I padri lavoreranno su un capitolo del documento preparatorio ognuna delle tre settimane del sinodo, spaziando tra la vocazione, le sfide e la missione della famiglia. Il Papa ha scelto di dare più spazio al lavoro dei piccoli gruppi, i «circuli minores», che sono aumentati di numero e che vedranno pubblicati i risultati delle loro discussioni. Come l'anno scorso, papa Francesco vuole una discussione aperta, a porte chiuse per favorire l'azione dello Spirito, ma con libertà per i padri di raccontare poi pubblicamente ciò che credono. Cioè massima trasparenza, quel parlar chiaro che il Vangelo definisce parresia. Di suo il Pontefice ha già tracciato, nelle udienze generali dal novembre 2014 a due settimane fa, l'ossatura - tratta dalla bibbia - delle problematiche sulla famiglia, spaziando dalla alleanza tra uomo e donna, al ruolo di genitori, figli, nonni, al ruolo sociale delle famiglie, alle famiglie di fronte al dolore e alla malattia, alla capacità della famiglia di far festa, al ruolo delle famiglie per una ecologia integrale. Circa le soluzioni cui potrebbe convergere il dibattito sinodale, bisognerà tenere d'occhio il sacramento della confessione, e non solo dell'eucaristia, nella situazione dei divorziati risposati: «l'eucaristia premio per i sani o medicina per i malati?», si chiedono i padri di Civiltà cattolica; la necessità di rinnovare la pastorale della preparazione al matrimonio; i modi per una reale accoglienza nei confronti delle situazioni più difficili, che non sono solo quelle delle coppie di fatto, etero e omosessuali che siano. «Dobbiamo continuare a lavorare con il popolo - ha detto il Papa sul volo di ritorno dagli dagli Stati Uniti - accompagnando il popolo nella crescita, nelle cose belle e nelle sue difficoltà». Ma al discernimento pastorale auspicato da papa Francesco per le grandi questioni che riguardano le famiglie di tutto il mondo, non giova il clamore, o i polveroni, o la «indebita pressione mediatica» che oggi il Vaticano ha chiaramente sentito sulle assise dei vescovi. Al centro del sinodo sono le situazioni di fragilità, le posizioni sono tante e talora difformi, il cammino da percorre faticoso. Un percorso che ha bisogno di serenità, fiducia e silenzio. E che della intervista di mons. Charamsa avrebbe volentieri fatto a men

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