ROMA. Genitori che pensano a un secondo fiocco da appendere alla porta non dovrebbero lasciar passare troppo tempo tra una gravidanze l'altra, ma neanche troppo poco: il periodo giusto è tra i due e i sei anni. Bambini concepiti prima o dopo questo intervallo di tempo dalla nascita del primo figlio aumentano, infatti, il rischio di presentare disturbi dello spettro autistico. Lo mostra uno studio del Kaiser Permanente, uno dei principali fornitori di assistenza sanitaria in America, pubblicato sulla rivista 'Pediatrics', che conferma la raccomandazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità di lasciar passare almeno due anni tra una gravidanza e l'altra. L'autismo è un disordine dello sviluppo neurologico caratterizzato da problemi nell'interazione sociale e da modelli ripetitivi di comportamento. In varie e forme e livelli, negli Usa è stato diagnosticato in un bambino su 68, secondo gli ultimi dati del Centers for Disease Control and Prevention. Lo studio americano, cofinanziato dall'Istituto Nazionale di Scienze Medico-Ambientali (NIEHS) degli Stati Uniti, ha esaminato le cartelle cliniche elettroniche di circa 45.000 bambini nati tra il 2000 e il 2009 negli ospedali del Nord della California. L'autismo è stato diagnosticato in 0,81% dei secondogeniti nati a distanza di tre o quattro anni dal loro fratellino. In quelli concepiti a distanza di meno di sei mesi dalla prima nascita, la prevalenza di autismo è stata di 2,11%. Ma anche un'eccessiva distanza tra le gravidanze aumenta il rischio: quelli nati oltre sei anni dopo il fratello maggiore, avevano una prevalenza di 1,84%. Non è il primo studio a occuparsi dell'argomento ma ,a differenza dei precedenti, sottolineano gli autori, questo è stato in grado di escludere la possibilità che altri fattori di rischio potessero giustificare i risultati, come la variazione di peso materno tra le due gravidanze o l'utilizzo di antidepressivi da parte della madre nei tre mesi prima del concepimento.