ROMA. Un drone per controllare rapidamente lo stato delle colture e un nuovo substrato a base di microrganismi e materiali inorganici di scarto per utilizzare meno acqua e concime: arrivano dal cielo e dagli scarti dell'industria agroalimentare le due innovazioni presentate dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea) al Flormart, il Salone internazionale del florovivaismo di Padova. Con l'obiettivo di ottimizzare la resa rendendo, al contempo, ancora più sostenibile la coltivazione, le nuove tecniche studiate e realizzate da giovani ricercatori sotto il coordinamento scientifico di Gianluca Burchi, direttore della sede Crea Orticoltura e Florovivaismo di Pescia, agiscono su due punti in particolare. Grazie all'impiego di una telecamera multispettrale installata su un drone, spiega la nota diffusa da Crea, sarà possibile sorvolare ampie porzioni di terreno agricolo monitorando lo stato di salute delle piante, abbattendo i tempi rispetto alle ricognizioni a terra e assicurando interventi più tempestivi ed efficaci. La seconda innovazione, prosegue la nota, arriva, invece, dalle provette di laboratorio. Realizzato da Domenico Prisa, il nuovo substrato per strutture in vaso utilizza un mix di materiali organici come compost, bio-digestati, scarti di aziende agroalimentari e funghi che, unito alla zeolite, un minerale abbastanza comune in Italia, produce un medium alternativo preferibile alla torba che garantisce una maggiore assimilazione d'acqua e una stimolazione ormonale della pianta che porta benefici anche nel suo apparato radicale.