MILANO. In Usa gli strumenti più potenti che esistono per cambiare le abitudini alimentari degli americani vengono da Hollywood: sono la satira e, più in generale, l'intrattenimento. Ad accertarlo è una ricerca del Norman Lear Center di Los Angeles, presentata a Casa America a Milano nell'ambito di Expo dal direttore del Centro, direttore Martin Kaplan. Titolo: 'Hollywood and Dine: L'immagine e l'impatto del cibo raccontati nello spettacolo', organizzato dal Padiglione Usa.
All'incontro hanno partecipato, fra gli altri, due ospiti d'eccezione: il produttore Norman Lear («Pomodori verdi fritti alla fermata del treno», «Stand by me», «Una storia fantastica») e lo sceneggiatore tv Phil Rosenthal (15 grammy per «Tutti amano Raymond»). A fare da testimonial in nome e per conto del cinema italiano, Maria Grazia Cucinotta.
La ricerca, realizzata grazie al programma 'Hollywood, Health & Society', ha analizzato il comportamento di 1.600 persone, divise in due gruppi: uno ha seguito i servizi satirici sull'industria alimentare trasmessi nella trasmissione 'The Daily Show'; l'altro si è informato sullo stesso argomento tramite servizi dei Tg o articoli di giornali. La ricerca ha accertato che gli spettatori del programma satirico hanno ricordato meglio le informazioni, sono diventati più critici verso l'industria alimentare, ma con un approccio ottimistico e, a distanza di un mese, hanno migliorato la loro alimentazione, mangiando più frutta e verdura.
I ricercatori hanno inoltre analizzato la presenza del cibo in più di 1.300 puntate delle più importanti fiction americane degli ultimi 10 anni, concludendo che il cibo compariva in 8 episodi su 10, e che frutta e verdura erano presenti tanto quanto i dolci, ma che venivano consumati più frequentemente i secondi. In particolare nelle commedie i personaggi consumavano dolci 2,5 volte più spesso di frutta e verdura.
«Sappiamo che gli spettatori sono influenzati dal comportamento dei personaggi dei nostri show - ha spiegato Kaplan -. Essendo consapevoli del potere che abbiamo sugli stili di vita del pubblico, noi lavoratori dello spettacolo ci impegniamo a fare la nostra parte, portando le storie e le
esigenze del mondo reale sul piccolo e grande schermo, in modo che abbiano una ricaduta positiva sulla vita quotidiana».
«È un onore accogliervi in Italia, perchè anche nel nostro cinema il cibo è sempre stato protagonista - ha detto Maria Grazia Cucinotta, 'testimonial' italiana di Expo -. Siamo cresciuti con Totò in 'Miseria e nobilta» e Alberto Sordi in 'Un americano a Roma' che si abbuffavano di spaghetti. Il cinema è anche cibo e il cibo è vita, e quest'anno Expo sta raccontando come si possa creare un futuro migliore proprio grazie a ciò che portiamo in tavola».
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