BRUXELLES. Le specie invasive rilevate in Europa, dal gambero della Louisiana che rimpiazza quello locale ormai raro, ad un grazioso fiore ornamentale (Carpobrotus) che devasta le dune, rappresentano la terza più grave minaccia per la biodiversità del Vecchio Continente, dopo perdita e frammentazione degli habitat. Ad essere in pericolo a causa di questi 'ospiti' introdotti intenzionalmente o accidentalmente dall'uomo è una specie europea su cinque a rischio estinzione. Non mancano poi flagelli inaspettati, come capre e gatti domestici. Il bilancio arriva da uno studio dell'Ispra, richiesto dalla Commissione europea e realizzato incrociando i dati di due database dell'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn): il 'Global Invasive Species Database' ospitato dall'Istituto italiano e le 'liste rosse'. «Il 20% delle specie a rischio estinzione, come l'anguilla, lo Storione del Naccari o l'Euprotto, una rara salamandra che vive solo in Sardegna, risulta minacciato a causa delle specie invasive: di queste 145 sono classificate a rischio critico, 112 in pericolo e 128 vulnerabili» spiega Piero Genovesi, ricercatore dell'Ispra e a capo degli esperti di specie aliene invasive dell'Iucn (www.issg.org). I più colpiti dalla presenza di nuove specie sono soprattutto gli animali, in particolare quasi un terzo (29%) dei pesci d'acqua dolce. Ma anche gli uccelli non se la passano molto bene. Sull'isola di Montecristo la presenza del 'ratto nerò (Rattus rattus), che uccideva uova e pulli giovani, in passato aveva di fatto bloccato la riproduzione della preziosa 'Berta minorè. «Dopo l'eradicazione del ratto nero sull'isola Toscana completata nel 2012 - spiega Genovesi - il tasso di riproduzione delle coppie di uccelli, fra le 400 e 700, è salito al 93-95%. Un dato importante considerando che questa popolazione costituisce circa il 10% di quella mondiale». Poi c'è il visone americano, che «è un predatore devastante - afferma l'esperto Ispra - e nuotando molto bene, come si è visto anche in Nord Italia, ha forti impatti sugli uccelli che nidificano in ambienti acquatici». Un altro caso eclatante è quello del 'Carpobrotus', una splendida pianta di origine sudafricana importata in Europa a scopo ornamentale, che minaccia ben 13 specie europee, fra cui la rarissima pianta Calendula maritina che vive solo in un'area ristretta della Sicilia. Nella top ten delle principali minacce compare a sorpresa anche la comune capra domestica «che spesso sulle isole, inselvatichita, devasta gli ambienti naturali: mangia anche in ambienti aridi e per esempio a Tavolara mette in pericolo le piante endemiche, ce ne sono almeno sette a rischio» spiega l'esperto Ispra. Un altro animale domestico che inaspettatamente crea forti danni in natura è il gatto. Secondo Genovesi «ha impatti predatori altissimi: è la specie al mondo che ha provocato più estinzioni, cacciando uccelli, lucertole, anfibi, tutti i piccoli vertebrati. Uno studio in Gran Bretagna ha stimato siano fra i 25 e 29 milioni gli uccelli uccisi ogni anno dai gatti liberati in natura».