ROMA. Il surriscaldamento degli oceani e lo scioglimento dei ghiacci stanno facendo accelerare l'innalzamento del livello del mare, che ora è più veloce rispetto a 50 anni fa. Dal 1992 a oggi, spiega la Nasa, il mare è salito in media di almeno 8 centimetri, con picchi di 25 cm in alcune aree del Pianeta. Ed entro la fine del secolo l'innalzamento potrebbe raggiungere i 90 cm, mettendo a rischio numerose città e comunità costiere in tutto il globo.
Studiando i dati satellitari degli ultimi 23 anni, i ricercatori hanno registrato una crescita del mare non uniforme: in alcune aree della Terra l'aumento è stato di 25 cm, mentre in altre si è verificato un abbassamento, dovuto alle correnti oceaniche e a cicli naturali come l'Oscillazione pacifica decadale che «nascondono l'impatto del riscaldamento globale».
Tra queste c'è la costa occidentale degli Stati Uniti, per cui gli studiosi prevedono «un'accelerazione della crescita nei prossimi 10 anni».
Secondo gli esperti, all'innalzamento hanno contribuito in egual misura l'espansione degli oceani sempre più caldi, lo scioglimento delle calotte della Groenlandia e dell'Antartide e lo scioglimento dei ghiacciai montani. Il destino delle calotte polari appare il più incerto, e quello maggiormente in grado velocizzare l'aumento del livello del mare.
A rischio ci sono 150 milioni di persone che nel mondo, soprattutto in Asia, vivono in aree costiere 'basse', a non più di un metro sopra il livello del mare, e che potrebbero essere costrette ad abbandonare le proprie case.
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