ROMA. C'è anche un 'cacciatore' di particelle cosmiche che parla italiano a bordo del cargo
giapponese HTV5, lanciato in direzione Iss, la Stazione Spaziale internazionale. Si chiama Calet (CALorimetric Electron Telescope) ed è una missione dell'Agenzia spaziale giapponese (Jaxa) in collaborazione con Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Nasa.
Andrà ad affiancarsi al cacciatore di materia oscura AMS-02, installato sulla Stazione nel 2011 e al quale l'Italia partecipa con Asi e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Una volta ancorato sulla piattaforma esterna del laboratorio giapponese Kibo, Calet inizierà la sua attività, prevista per la durata di almeno cinque anni, di ricerca e studio della materia oscura, di particelle che arrivano dal cosmo e di rivelazione dei raggi gamma, ovvero dei lampi di luce di altissima energia
emessi da fenomeni particolarmente violenti come le esplosioni di stelle.
«La missione Calet riveste un grande interesse non solo per gli aspetti scientifici, ma anche per quelli tecnologici, che sono estremamente avanzati» osserva Barbara Negri, responsabile Unità osservazione ed esplorazione dell'universo dell'Asi. «La partecipazione a questo progetto internazionale della Jaxa - prosegue - vede coinvolti istituti scientifici italiani e industria nazionale, e rappresenta un'importante ricaduta per le attività spaziali portate avanti nel nostro Paese».
Capofila della partecipazione italiana alla missione è l'università di Siena, vi partecipano ricercatori delle università di Pisa, Firenze, Padova, Tor Vergata e dell'Istituto di Fisica Applicata del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Firenze.
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