Non è stata riconosciuta dai genitori la piccola nata con una gravissima malformazione al sistema nervoso centrale e salvata al 'regina Margherita' di Torino con due delicati interventi chirurgici, tra cui l'impianto di membrane amniotiche per 'costruire' la cute mancante. I genitori, sconvolti alla sua nascita, non l'hanno considerata loro figlia. La piccola è stata così 'adottata', in attesa che parta l'iter di affidamento, dai medici e dagli infermieri dei reparti che gli hanno provvisoriamente dato il nome di Bianca. La bambina, figlia di una coppia di stranieri che vivono nella provincia di Alessandria, è stata operata nel giugno scorso ed il decorso post-operatorio sta procedendo bene. La mamma non aveva effettuato controlli durante la gravidanza e solo pochi giorni prima del parto si è presentata all'ospedale Sant'Anna, a Torino, dove al feto è stata diagnosticata una grave malformazione del tubo neurale. La malformazione avrebbe potuto essere prevenuta - spiegano i medici - con l'assunzione di acido folico, da parte della madre, prima del concepimento. La tecnica di trapianto di membrane ottenute da placente raccolte da taglio cesareo è stata utilizzata, all'ospedale infantile Regina Margherita, per la prima volta, in ambito neonatale, in Italia ed una delle prime al mondo. La tecnica è invece già usata, su pazienti adulti, per il trattamento di ustioni ed ulcere cutanee. La bambina era affetta da mielomeningoncele, un difetto di saldatura degli archi vertebrali posteriori con conseguente fuoriuscita delle meningi e del midollo spinale. In pratica - spiegano i medici - si è trattato di una sorta di trapianto d'organo, invece di "delicatissimi interventi di chirurgia plastica. I lunghi tempi di chiusura del grave difetto della cute sovrastante la malformazione rappresentano il più grave pericolo per la sopravvivenza e la qualità della vita dei piccoli pazienti, compresa la ripresa motoria. Le membrane amniotiche, invece, hanno caratteristiche rigenerative ed antifiammatorie del tutto particolari, senza rendere necessarie terapie immunodepressive, vista l'assenza di rischi di rigetto".