VERONA. Lungo tutti i quattrocento metri quadrati della boscaglia, il verde intenso è interrotto qua e là solo dalle macchie brillanti dei piumaggi azzurro, giallo e rosso. Non siamo in Amazzonia ma al Parco Natura Viva di Bussolengo, dove si è appena conclusa l’inaugurazione della più grande voliera d’Italia dedicata a quattro specie di pappagalli sudamericani appartenenti al genere Ara.
Sono stati mantenuti e sfrondati gli alberi già presenti per permettere agli animali di arrampicarsi e nascondersi fra le fronde, mentre i tronchi aggiunti nel sottobosco funzionano da posatoio a terra. Si tratta del primo passo compiuto dal progetto “Amazonas, la foresta degli Ara”, che prevede di riunire le specie Ara chloropterus, Ara ararauna, Ara macao e Ara militaris in un’unica grande struttura, per soddisfare la loro natura spiccatamente sociale e la necessità di vivere in gruppo.
“Sono tutte e quattro specie inserite nella Lista Rossa della IUCN e oltre a soffrire in natura della degradazione dell’habitat naturale - sottolinea Caterina Spiezio, responsabile Ricerca e Conservazione del Parco Natura Viva – la loro vistosa bellezza le rende oggetto di un commercio indiscriminato che le costringe a vivere isolate in ambienti domestici, anche dopo una cattura direttamente dall’ambiente naturale.” E infatti, la nuova casa degli Ara avrà un significato particolare soprattutto per due dei pappagalli che traslocheranno: nel 2012 arrivò dalla Spagna una coppia di Ara militaris, proprio in seguito ad un sequestro per detenzione illegale da parte di privati.
“Quando arrivarono, i due esemplari presentavano problemi importanti, comportamentali e fisici soprattutto alle zampe. Abbiamo lavorato duro per riportarli a vivere serenamente con i loro simili”, ricorda Caterina Spiezio. Ma il progetto “Amazonas, la foresta degli Ara” non finisce qui. Non appena sarà possibile, il Parco Natura Viva inizierà a lavorare alla fase due: una seconda grande voliera, nella quale ospitare solo una coppia di Ara ambiguus, un’altra specie di Ara, che in natura rimane con 2.500 esemplari. Per loro sarà necessario un programma di conservazione ad hoc.
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