SYDNEY. Ricercatori australiani sono ricorsi alla nanotecnologia per sviluppare un trattamento tempestivo per attacchi cardiaci e ictus, creando una nanocapsula capace di raggiungere l'embolo e discioglierlo. La nanocapsula, sviluppata da scienziati dalla Melbourne University e dal Baker Heart and Diabetes Institute, è 'armata' con il farmaco poli 2-ossazolina che attacca la trombina, la sostanza presente nel sangue che causa il coagulo e quindi gli emboli.
«La nanocapsula caricata con il farmaco è ricoperta con un anticorpo che mira specificamente alle piastrine attivate, le cellule che formano gli emboli», scrive il responsabile della ricerca, lo specialista di biotecnologa vascolare Christoph Hagemeyer, sulla rivista Advanced Material. Una volta individuata l'ubicazione dell'embolo, la trombina apre lo strato esterno della nanocapsula, liberando il farmaco. «In effetti prendiamo controllo del sistema di coagulazione per attivare la rimozione del blocco nel vaso sanguigno», aggiunge. Il nuovo approccio offre una «differenza rivoluzionaria» fra i trattamenti contro gli emboli e ciò che sarà possibile fare in futuro, spiega lo scienziato.
«Un tale trattamento salvavita potrà essere somministrato da paramedici senza la necessità di attrezzature specializzate come accade attualmente. È inoltre un'alternativa con minori effetti collaterali rispetto ai metodi finora usati in emergenza.
Secondo Hagemeyer, i paramedici potranno somministrare la nanocapsula per via endovenosa in situazioni di emergenza. «Potrà essere somministrata subito in ambulanza, guadagnando tempo prezioso nel ripristinare il flusso sanguigno a organi critici».
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