Lunedì 23 Dicembre 2024

Caldo record, accellera lo scioglimento dei ghiacciai

ROMA. Accelera lo scioglimento dei ghiacciai, il più grande serbatoio d'acqua dolce di una Terra sempre più rovente. La fusione non è mai stata così veloce come in questo inizio di secolo, che si caratterizza per continui record d'aumento delle temperature. A livello mondiale, nel giugno scorso il termometro è salito come mai negli ultimi 136 anni, e nel luglio appena archiviato, almeno in Italia, la colonnina di mercurio ha segnato il valore più alto dal 1800. Le conseguenze sono visibili: dalla moria di pesci nella laguna di Orbetello alle vette della Valle d'Aosta, dove a metà estate la fusione di neve e ghiaccio è a livelli che di solito si osservano solo a fine settembre. Il nuovo allarme sulle aree bianche del globo arriva dal World Glacier Monitoring Service che ha sede all'università di Zurigo. Nel primo decennio del XXI secolo i ghiacciai si sono assottigliati di uno spessore tra i 50 centimetri e il metro ogni anno: un ritmo due-tre volte maggiore rispetto alla media registrata nel secolo scorso. La fusione è stata la più veloce degli ultimi 120 anni, periodo per il quale sono stati registrati i dati, ma il record può essere esteso anche a epoche precedenti, se si esaminano le ricostruzioni fatte a partire da antichi documenti scritti e illustrati.     L'intensa perdita di ghiaccio osservata negli ultimi due decenni, evidenziano gli esperti, ha portato a un forte squilibrio dei ghiacciai in molte regioni mondiali. «Questi ghiacciai - spiega il direttore del World Glacier Monitoring Service, Michael Zemp - in futuro continueranno a perdere ghiaccio, anche se il clima rimarrà stabile». Riducendo la scala geografica e temporale, quest'anno l'accelerazione è ben visibile in Valle d'Aosta, dove la fusione è arrivata in anticipo di due mesi. Lo ha appurato Fondazione montagna sicura, secondo cui il 2015 sarà «un anno fortemente negativo per i ghiacciai valdostani». "Dalle osservazioni effettuate - ha fatto sapere la fondazione - appaiono ad oggi evidenti gli effetti delle anomale alte temperature verificatesi anche in quota nelle ultime settimane". A certificare il caldo inusuale nel Belpaese è anche Michele Brunetti, responsabile della banca dati di climatologia storica dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr, secondo cui luglio 2015 ha fatto segnare in Italia un'anomalia di circa 3,6 gradi centigradi sopra la media del periodo di riferimento (1971-2000), risultando il luglio più caldo dal 1800 ad oggi. Ancora più rovente del 2003, quando il termometro si fermò a +2,6 gradi.

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