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Mappato il Dna del kiwi, il più bizzarro degli uccelli notturni

MILANO. Pronta la mappa del Dna del kiwi, il bizzarro uccello simbolo della Nuova Zelanda. Nel suo genoma è scritto tutto il percorso evolutivo che lo ha portato ad adattarsi alla vita notturna, ma non solo: ci sono anche preziose informazioni che aiuteranno a sviluppare nuove strategie per scongiurarne l'estinzione. Lo hanno scoperto i ricercatori tedeschi del Max Planck Institute in collaborazione con i colleghi dell'università di Lipsia.

Il loro studio, pubblicato su Genome Biology, rivela che nel Dna del kiwi si sono 'spentì i geni responsabili della visione a colori, in particolare quelli per la percezione del blu e del verde, mentre si sono moltiplicati i geni per i recettori dell'olfatto, utili a procacciare il cibo di notte.

«Questi adattamenti - spiega la coordinatrice dello studio, Diana Le Duc - si sono verificati circa 35 milioni di anni fa, dopo l'arrivo del kiwi in Nuova Zelanda». A quel tempo, infatti, il kiwi dovette fare i conti con i temibili moa, enormi uccelli (alti fino a tre metri) oggi estinti, che
monopolizzavano le risorse alimentari durante il giorno. Ai nuovi arrivati non rimase altro da fare che adattarsi alla vita notturna.

Tra gli uccelli, il kiwi è quello con il metabolismo più lento, ma le sue peculiarità non finiscono qui. Il kiwi è anche l'unico dotato di narici sulla punta del lungo becco: l'olfatto, insieme al tatto, è uno dei principali strumenti che usa per procacciarsi il cibo, e proprio per questo motivo gli esperti lo hanno considerato per lungo tempo più vicino ai mammiferi che
agli uccelli.

Comparando il Dna di due esemplari di kiwi bruno dell'Isola del Nord, i ricercatori hanno scoperto che il loro genoma racchiude una diversità molto ridotta, fattore che aumenta il
rischio di estinzione della specie. «Speriamo - conclude Diana Le Duc - che le nuove scoperte sul loro genoma ci aiutino a sviluppare nuove strategie per conservarli».

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