TRIESTE. Trieste è il primo Comune italiano a integrare nel proprio sistema di emergenza un'app studiata per 'tradurre' per non udenti le telefonate di servizi che utilizzano solo la voce, soprattutto nelle emergenze.
L'applicazione per smartphone si chiama 'Pedius', è attiva da due anni, ed è una start up completamente italiana diffusa in nove nazioni. Permette ai non udenti - con un servizio gratuito limitato o un abbonamento annuale a pagamento senza limiti - di chiamare tutti i numeri telefonici, di vedersi trascritte le conversazioni in forma testuale, e viceversa di inviare messaggi che vengono tradotti in suoni.
«Ci siamo incontrati lo scorso anno allo Smau di Padova - ha affermato la vicesindaco di Trieste, Fabiana Martini - e abbiamo pensato che fosse possibile implementare il nostro sistema di 'emergency communication' della Polizia locale e dei servizi informativi». La realizzazione è stata molto semplice, e così
all'interno dell'app è possibile trovare l'icona del Comune di Trieste che dà la possibilità di chiamare - per il momento - la sala operativa dei vigili urbani, per segnalazioni di emergenza come incidenti, violazioni del codice della strada, rimozione di veicoli. Il personale del call center comunale è stato formato a individuare e rispondere alle chiamate da Pedius (il sistema avverte che la chiamata proviene da un sordo) così da rispondere in modo da rendere più agevole la traduzione in testo.
«La nostra filosofia - ha spiegato Lorenzo Di Ciaccio, ideatore di Pedius - è quella di non fare un»entrata separatà per l'accesso dei disabili ai servizi, ma di utilizzare la medesima 'porta d'ingresso'. Per questo, non è stato necessario alcun cambiamento all'infrastruttura comunale, ma solo addestrare la sala operativa a riconoscere la chiamata dall'applicazione».
L'avvio della prima fase sperimentale è fissato per il 10 agosto e fino al 31 dicembre, data per la quale
l'amministrazione comunale deciderà l'eventuale allargamento ad altri settori. In prospettiva potrebbe anche aprirsi un fronte regionale, per implementare Pedius anche a servizi di emergenza come il 118.
Il servizio, è stato sottolineato in conferenza stampa, comprende anche le emergenze per le fasce deboli della popolazione gestite dai servizi sociali del Comune. «Un risultato di rilievo - ha commentato Martini - tenuto
conto che i contatti con questa start up risalgono solo al mese di aprile, quando ci siamo incontrati allo Smau di Padova».
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