ROMA. Messi a punto dei 'nanospazzini' in grado di pulire acque e suoli inquinati. Sono minuscole particelle testate con successo per risanare terreni contaminati e acque reflue e potrebbero trovare una prima applicazione per ripulire dalle sostanze tossiche la carta da riciclare.
Descritti sulla rivista Nature Communications, i 'nanospazzini' sono stati messi a punto dai ricercatori coordinati da Robert Langer del Massachusetts Institute of Technology (Mit).
Le particelle si legano agli inquinanti e una volta esposte alla luce ultravioletta, si spogliano del loro strato esterno e si aggregano per formare dei grumi che possono essere facilmente raccolti e rimossi con il loro carico di sostanze inquinanti.
Nei test le particelle sono riuscite a rimuovere fino al 100% delle sostanza tossiche e a differenza delle tecnologie simili realizzate finora non hanno l'inconveniente di formare prodotti secondari potenzialmente tossici. Secondo i ricercatori, i 'nanospazzinì sono adatti soprattutto a rimuovere dall'ambiente le sostanze chimiche che alterano le funzioni del sistema ormonale umano con conseguenze sulla salute. Le particelle riescono a rimuovere con efficienza anche un'altra sostanza chimica dannosa, il bisfenolo, usato nella plastica ma anche nella carta termica, utilizzata per gli scontrini.
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