ROMA. Andare al mare fa bene, soprattutto alla mente. A sostenerlo è Wallace J. Nichols che nel suo volume “Blue mind: the surprising science that shows how being near, in, on, or under water can make you happier, healthier, more connected, and better at what you do” (ossia “Mente Blu: la scienza sorprendente che mostra come stare vicino, sopra, dentro o sotto l’acqua possa renderti più felice, più sano, più connesso e migliore in ciò che fai”), dimostra come la vicinanza all’acqua stimoli il cervello al rilascio di sostanze chimiche collegate alla felicità, come dopamina, serotonina e ossitocina. Ecco le cinque teorie di Nichols: 1) L’acqua riporta l'uomo al nostro stato naturale. Il cervello reagisce con piacere all’acqua perché “i nostri antenati vennero fuori dall’acqua ed evolsero le loro capacità dal nuotare allo strisciare fino al camminare. I feti umani, nelle prime fasi di sviluppo, hanno ancora strutture simili a fessure branchiali”. 2) Lungo la costa si è più rilassati. Guardare immagini di natura fa attivare le parti del cervello associate “a un atteggiamento positivo, alla stabilità emotiva e al recupero di ricordi felici”. 3) Guardare le fotografie fa bene, ma l’acqua nella vita reale fa ancora meglio. Nichols dimostra come le persone siano più serene quando sono all’aria aperta, ma ancora più felici vicino all'acqua. 4) L’acqua ringiovanisce le menti stanche. Uno studio del 1995 ha analizzato il rendimento e la concentrazione di due gruppi di studenti: uno a cui erano state assegnate stanze con viste più paesaggistiche (alberi, laghi, prati) e un altro a cui erano state date stanze su vedute più urbane. Il primo gruppo dimostrava anche una maggiore capacità di attenzione funzionale. 5) Il blu dà sollievo. Il blu pare che sia il colore preferito del mondo. Nichols afferma che l'uomo si è evoluto in un pianeta fatto principalmente di sfumature d’acqua e cielo blu. E' normale che il cervello sorrida di fronte a questo spettacolo.