ROMA. I bambini a tavola possono essere 'senso-dipendenti', 'preferenziali', 'perfezionisti' o 'comportamentali', non semplicemente 'schizzinosi'. A fare la mappa dei principali problemi, che riguardano un quarto dei piccoli commensali, è stato uno studio della University of Illinois at Urbana-Champaign riportato da Scientific American.
La ricerca è stata condotta su 170 bambini tra i due e i quattro anni, che per due settimane hanno mangiato pasti standardizzati mentre i genitori prendevano appunti sul loro comportamento. Il primo comportamento individuato dai ricercatori è quello dei 'sensorialì, bambini che rifiutano il cibo per l'odore o la consistenza. Ci sono poi i 'preferenziali', che si rifiutano di mangiare cibi nuovi per loro, o mescolati in modo inusuale, i 'perfezionisti', che ad esempio non mangiano ciò che è stato assaggiato da altri o i 'responder comportamentali', che rifiutano di sedersi a tavola direttamente, o hanno pretese impossibili.
«Al momento non ci sono strategie mirate per ogni definizione - spiega Soo-Yeun Lee, uno degli autori dello studio - ma possono andare bene le 'vecchie' strategie, come servire i cibi 'favoriti' inserendo anche quelli nuovi o rifiutati. L'importante è avere pazienza, a volte servono 10 tentativi per introdurre un nuovo alimento, e spesso i genitori non arrivano a tanto».
La frequenza di questi disturbi, spiegano gli autori, può variare tra il 20 e il 50% dei bambini. Cifre più basse, ma comunque notevoli, sono state trovate da uno studio di Claudio Romano, pediatra dell'università di Messina, presentato all'ultimo congresso della Società Italiana di Pediatria, secondo cui riguarda il 25% dei bambini sotto i sei anni.
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