BRUXELLES. Il 70% dei malati di tumore è preoccupato di cosa e quando mangiare, otto su dieci denunciano problemi nutrizionali anche durante la terapia e la metà non viene adeguatamente informato dai medici oncologi. Questo il grido d'allarme che arriva dai primi dati di uno studio della Coalizione europea dei malati di cancro (ECPC), realizzato anche grazie al contributo non condizionato di Lilly, lanciato oggi a Bruxelles in occasione dell'assemblea annuale della Coalizione. Lo studio, partito dall'Italia e che ha coinvolto 650 pazienti e oltre 350 associazioni di più di 30 paesi europei, ha cercato di fare il punto sullo stato dell'informazione dei malati e dell'attenzione dei medici a nutrizione e dieta. «Una corretta nutrizione durante e dopo la fase di trattamento acuta - commenta Francesco De Lorenzo, presidente di ECPC - è cruciale per i malati di cancro. Condiziona la risposta ai trattamenti, la prevenzione e migliora la prognosi». Il messaggio è chiaro: sul sito web dell'associazione italiana malati di cancro (Aimac) «i libretti più 'scaricatì sono quelli che riguardano la nutrizione, circa 70mila in un anno» riferisce De Lorenzo. Secondo Maurizio Muscaritoli, docente di medicina interna alla Sapienza di Roma, che ha presentato lo studio a Bruxelles «c'è ancora molto da fare» sul fronte della nutrizione in Europa e in Italia. «I forti bisogni clinici e psicologici dei pazienti sono ancora largamente disattesi» racconta Muscaritoli, spiegando che «tanti pensano che la perdita di appetito e di peso siano conseguenze inevitabili del cancro (66%), ma questo non è più vero, sappiamo che si possono prevenire tramite una nutrizione appropriata e una terapia farmacologica». In assenza di adeguate informazioni, il paziente non sa come comportarsi. Il risultato è che «una delle cause più frequenti di perdita di peso nel decorso postoperatorio sono le diete 'autoprescrittè, perchè il paziente ha paura di mangiare» riferisce l'esperto, che spiega come «secondo un altro studio condotto con 1.970 pazienti in tutta Italia, che stiamo valutando ora, nel 66% circa dei casi è già presente una perdita di peso alla prima diagnosi e la maggior parte dei pazienti, a parte il caso dei tumori alla mammella, sono in stadio 3-4, quindi con una malattia avanzata». Ogni tumore poi richiede indicazioni diverse per la nutrizione. Il problema «è ancora più sentito in caso di tumore gastrico, visto che il primo intervento è la gastrectomia, cioè l'asportazione dello stomaco». Quale dieta deve seguire il gastrectomizzato e per quanto tempo, come compensare le carenze di vitamine e ferro, oppure come si metabolizza l'alcol: queste alcune delle domande «che noi pazienti ci facciamo e a cui è difficile trovare risposta» spiega Claudia Santangelo, presidente dell'associazione 'Vivere senza stomacò, che ha vissuto sulla propria pelle il problema di un'alimentazione troppo ricca di zuccheri e oggi soffre gravi di problemi di sbalzi glicemici. Una corretta nutrizione «per noi può fare la differenza fra la vita e la morte» avverte Santangelo.