MILANO. Il Dna degli europei moderni è stato 'scritto' dalle grandi migrazioni dell'Età del Bronzo. Sono stati proprio gli spostamenti di massa, avvenuti tra Europa e Asia centrale dal III al I millennio a.C., a gettare le basi dell'attuale assetto genetico, linguistico e culturale. Lo rivela la più grande operazione di 'archeologia genetica' mai condotta finora, fatta analizzando i resti di ben 101 dei nostri antenati. Lo studio internazionale, coordinato dall'Università di Copenhagen, è pubblicato su Nature.
La genetica riesce così a porre la parola 'fine' ad un lungo dibattito che ha diviso per anni archeologi e linguisti alla ricerca delle cause dei profondi cambiamenti culturali che hanno stravolto l'Europa e l'Asia centrale in questa età preistorica di grande fermento. La risposta del Dna è chiara: il motore del cambiamento sono state le grandi migrazioni di massa, e non la lenta circolazione di persone e idee.
Tra i risultati dello studio spiccano anche molte curiosità, come quella che riguarda la comparsa della tolleranza al lattosio. La mutazione genetica che consente di digerire il latte, oggi molto diffusa nel nord Europa, sarebbe comparsa più tardi del previsto: non nell'Età della Pietra, con i primi allevatori mediorientali e balcanici, ma nell'Età del Bronzo, con l'arrivo in Europa delle tribù Yamnaya provenienti dalle steppe del Caucaso.
Un'altra scoperta interessante riguarda le popolazioni dell'Asia centrale, che fino all'Età del Bronzo avrebbero conservato molti geni di origine europea. In seguito, a ridosso dell'Età del Ferro, queste tracce genetiche sarebbero scomparse totalmente, rimpiazzate dai geni portati dalle popolazioni provenienti dall'estremo oriente.
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