ROMA. La tecnologia medica sta trasformando il volto degli ospedali che diventano sempre più smart, con un numero crescente di dispositivi che in Europa vengono brevettati al ritmo di uno ogni 50 minuti. Solo per citare alcune di queste 'rivoluzioni delle cure', le nuove stampanti 3D offrono protesi su misura fino a pochi anni fa impensabili, e presto anche organi, mentre sistemi di monitoraggio a distanza garantiscono interventi di emergenza su pazienti con malattie croniche.
Il mercato europeo conta più di mezzo milione di addetti di cui il 10% in Italia. Nel contesto della ricerca e sviluppo di tecnologia medica, sempre nel vecchio continente, sono 25 mila le imprese (il 95% di piccole e medie dimensioni). E se nel 1980 la tecnologia sanitaria pesava sul 10% dei costi complessivi di un ospedale (compresa la stessa costruzione) oggi può arrivare nelle strutture altamente specializzare a incidere dal 30 fino al 50% dei costi totali di una struttura.
Il 'maestro d'orchestra' della tecnologia sanitaria in un ospedale è l'Ingegnere clinico, sempre più necessario a garantire il funzionamento e la sicurezza di Tac, risonanze, laser, così come lettini speciali e centinaia di altri strumenti entrati nel quotidiano in corsia e nelle sale operatorie.
A spiegarlo è il presidente AIIC (l'associazione italiana degli ingeneri clinici) Lorenzo Leogrande che ha chiuso a Cagliari il convegno dedicato proprio al nuovo ruolo di questa figura poichè con «le apparecchiature e i dispositivi medici la specializzazione, la competenza e la professionalità sono indispensabili per salvare vite umane».
Gli ingegneri clinici sono in prima linea nella valutazione di Dispositivi medici, in primo luogo perchè molte apparecchiature necessitano di strumenti che si consumano nel loro funzionamento; in secondo luogo perchè il contenuto tecnologico dei dispositivi è aumentato notevolmente. Infatti, non si tratta più di gestire «piccoli oggetti metallici» o guanti e siringhe, ma di valutare approfonditamente le caratteristiche e le differenze di efficacia di 'device', come quelli impiantabili attivi (pacemaker, defibrillatori) e le protesi (vascolari o ortopediche).
Inevitabile che l'ingegnere clinico, con il suo bagaglio di conoscenze su elettronica, meccanica, fluidodinamica e altro, diventasse, insieme alla figura dei farmacisti ospedalieri, un punto di riferimento importante nel processo di valutazione dei dispositivi medici. E dalla Fiaso, la Federazione delle aziende ospedaliere è arrivata la disponibilità a cogliere l'opportunità offerta da queste risorse professionali, utili non solo a garantire il buon funzionamento degli apparecchi e dispositivi di ogni genere, ma anche la sicurezza dei pazienti con controlli autonomi interni agli ospedali.
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