ROMA. Altro che stress, essere pendolari fa bene all'umore. Nonostante a qualcuno non faccia di certo piacere avere a che fare ogni mattina con il traffico o con dei lunghi tragitti da percorrere per andare in ufficio o per tornare a casa, secondo uno studio australiano, la vita da pendolare sarebbe quasi più appagante di quella di chi è abituato a fare pochi passi per raggiungere l'ufficio. Il motivo di questa rivelazione sta nel fatto che gli spostamenti quotidiani aiuterebbero a molti di ricavarsi un piccolo spazio per pensare e per guardarsi intorno. Anche le relazioni sociali ne gioverebbero. Anche se si rimane in silenzio, sembra che su autobus e metro i soli segnali del corpo permettano di far sentire le persone più connesse e in sintonia con il resto del mondo. "I trasporti pubblici sono degli spazi preziosi in cui ritrovarsi con gli altri. Prevengono l'isolamento sociale", spiega l'autore dello studio, David Bissel dell'Australia National University. Dopo un'intervista a 53 pendolari e 26 impiegati nel trasporto pubblico, il ricercatore ha poi spiegato: "Molti credono che il viaggio per tornare a casa o per andare a lavoro sia un'attività limitata e indipendente. Invece questi passaggi rappresentano proprio il momento in cui riprendiamo i contatti con la famiglia e con gli amici, pensiamo, pianifichiamo. La nostra vita professionale e privata si fondono in molti modi: le esperienze che facciamo durante questi spostamenti possono influenzare ciò che poi faremo una volta a casa o a lavoro". Tuttavia, sono da mettere in conto anche i ritardi, il traffico e le lunghe code. "Quando il viaggio non era programmato o facciamo incontri sgraditi possiamo sentirci facilmente stressati - scrivono gli studiosi -. Altre volte lo stress può derivare dal lavoro o dalle pressioni che abbiamo a casa e che si fanno sentire particolarmente durante il tragitto, perché spesso è proprio l'unico momento che abbiamo per riflettere". Come alleviare lo stress, dunque, e goderci un po' di più il viaggio? Molto dipende dalla capacità del pendolare di prendere seriamente il suo "compito". "Visto che sono molte le persone che ogni giorno viaggiano per lavoro, siamo portati a pensare che sia una questione semplice - si legge nello studio -. Invece, spostarsi quotidianamente richiede una serie di capacità avanzate che si sviluppano con il tempo. Ad esempio, ci sono la puntualità, la coordinazione, l'organizzazione, l'orientamento, il saper guidare un'auto o una bicicletta, la comunicazione non verbale con gli altri, la capacità di rispondere subito ad alcune situazioni. Non è detto che queste qualità, una volta acquisite, rimangano le stesse. Possono cambiare e possono crescere e svilupparsi, inaspettatamente".