ROMA. L'erosione costiera mangia il 42% delle spiagge italiane. Non solo: il 55% delle aree litorali sono scacco del cemento che le ha «trasformate». Questa la fotografia scattata da Legambiente nel rapporto 'Spiagge indifese: dati e storie dell'erosione costiera' in cui si addebita la colpa a diversi fattori che vanno dalla «malagestione» dei litorali alla mancanza di pianificazione, «a cure che sono peggiori del male», ma anche all'eccessiva antropizzazione e ai cambiamenti climatici. L'erosione, che è un fenomeno naturale, viene «amplificato» anche «da un'inadeguata gestione del problema», spiega il report sullo stato di salute delle nostre coste. Oltre a quel 42% di spiagge erose ce n'è una quota altrettanto importante che è soggetta ad interventi di difesa che spesso «non sono risolutivi»; tra i «più evidenti c'è il litorale marchigiano, coperto per l'80% da opere rigide di difesa». E, come se non bastasse, su «molte aree costiere pendono progetti invasivi per installare nuove barriere artificiali» che spesso peggiorano il problema colpendo anche le aree vicine ed estendendo l'erosione. Una situazione - spiega Legambiente - che ha casi esemplari, come gli interventi «a Santa Maria del Focallo ad Ispica nel Ragusano, il grande progetto nel Golfo di Salerno, quello sul litorale laziale di Ostia, o all'Isola d'Elba». In base ai più aggiornati (uno studio sullo Stato di salute dei litorali italiani del 2006), prima regione per tassi di erosione costiera delle spiagge è il Molise (91%); segue la Basilicata (78%), poi la Puglia (65%), l'Abruzzo (61%), le Marche e il Lazio (54%). I valori più bassi si registrano in Friuli (13%), Veneto (18%), Emilia-Romagna (25%). Le altre regioni si collocano tra il 33% della Liguria e il 43% della Calabria. Ed è per tentare di porre rimedio che Legambiente presenta le giornate 'Spiagge e fondali puliti - Clean up the Med' con iniziative fino a domani. «Le iniziative di pulizia saranno anche un momento di riflessione e di sensibilizzazione sulla gestione del territorio e sulle opere veramente utili alla tutela dell'ambiente», dichiara Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente. «L'obiettivo - dice Giorgio Zampetti, responsabile scientifico dell'associazione - è di tutelare e preservare la natura degli habitat costieri, liberare l'accesso alle spiagge e liberarle dal cemento, riqualificare, progettare e realizzare opere di adattamento». Oltre 300 gli appuntamenti previsti in tutto Italia in difesa del mare e delle coste promossi dalla stessa associazione insieme con Cial, Novamont, Mareblu e Virosac, in contemporanea a eventi in altri 10 Paesi mediterranei.