ROMA. Fratello maggiore, "di mezzo" o minore? Ogni figlio presenta una sua particolare caratteristica, e quindi anche delle differenze con gli altri fratelli più grandi o più piccoli.
"Ogni bambino impara a interpretare un ruolo all'interno della famiglia", spiega Kevin Leman, psicologo e autore de "Il libro sull'ordine di nascita" e de "Il vantaggio del primogenito". "I primogeniti sono tenuti sotto stretto controllo. Poi, man mano che arrivano dei fratellini, i genitori si tranquillizzano".
Secondo Leman, il primogenito tende al raggiungimento degli obiettivi. Di solito, è uno studente brillante e riesce a conquistare posizioni da leader. Molti dei presidenti degli Stati Uniti d'America, ad esempio, hanno avuto il ruolo di fratelli maggiori. "Sono anche lo standard di riferimento per chi viene dopo", spiega ancora Leman.
Tuttavia, secondo uno studio del 2009, il primogenito è anche conformista, condizione utile per soddisfare i genitori.
Il figlio più piccolo invece è spesso considerato "il cucciolo di casa" e si distingue nettamente dai fratelli maggiori. E' più creativo, ribelle, sempre in cerca di attenzioni. I genitori, dal canto loro, sono meno apprensivi in quanto avendo già accumulato un certo grado di esperienza, si sentono più tranquilli e indulgenti.
"I figli piccoli sono spesso manipolatori, estroversi, eccellenti venditori. Imparano a farla franca fin da subito e sanno destreggiarsi tra le persone", spiega ancora Leman.
Storia diversa per il figlio "di mezzo": è lui il riappacificatore della famiglia. Di solito, tende ad essere un individuo molto piacevole. Fedele nelle relazioni, a suo agio tanto con i bambini quanto con gli anziani, si dimostra socievole.
Proprio perchè si trova in mezzo tra il fratello maggiore e quello piccolo, è un grande negoziatore e lavora per trovare un compromesso.
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