ROMA. I pesci che crescono in gruppi più grandi mostrano una rete maggiore di relazioni sociali rispetto a quelli nati in comunità piccole e questa caratteristica continuerà per tutta la vita. La scoperta, realizzata da ricercatori inglesi, è stata pubblicata su American Naturalist. I ricercatori hanno studiato il Neolamprologus pulcher, un pesce di acqua dolce che si trova soprattutto nel Lago Tanganica, nell'Africa orientale. Gli studiosi hanno messo pesci di pochi mesi in gruppi di tre o nove adulti, osservandone il comportamento. Sei mesi dopo hanno studiato i cervelli degli animali, scoprendo morfologie differenti: gli animali cresciuti in un ambiente sociale più complesso avevano un ipotalamo più grande e anche la parte del cervello che costituisce il principale processore della vista è più sviluppato. Il cervello dei pesci con maggiori relazioni sociali non era più grande di quello degli animali cresciuti in gruppi più piccoli, semplicemente era differente l''architettura'. «I nostri dati suggeriscono che, durante lo sviluppo, le parti del cervello cambiano la loro dimensione in risposta agli stimoli ambientali senza compromettere la grandezza complessiva del cervello: l'aumento di certe parti costringe le altre a diminuire», ha spiegato Stefan Fischer, dell'università di Cambridge. «Animali sociali hanno bisogno di sviluppare abilità sociali, che regolano le interazioni, l'aggressività e la gerarchia all'interno di gruppi. Queste capacità - ha aggiunto Fischer - sono difficili e gravose da sviluppare, e portano benefici solo se l'ambiente della prima infanzia prevede un alto numero di interazioni sociali che continua ad essere di fondamentale importanza più avanti nella vita».