Giovedì 19 Dicembre 2024

A rischio i delfini nel Pacifico: in due anni uccisi 1300 esemplari

ROMA. I delfini che gravitano al largo delle isole Salomone, nell'Oceano Pacifico meridionale, sono sempre più vulnerabili. Solo nei primi mesi del 2013 ne sono stati uccisi 1.300 esemplari, ricercati soprattutto per i loro denti che vengono impiegati dagli isolani come moneta e come oggetto ornamentale. Lo evidenzia una ricerca della Oregon State University pubblicata sul Royal Society Open Science. La caccia ai delfini nelle isole Salomone "ha un valore culturale ed economico", spiega Scott Baker del Marine Mammal Institute dell'ateneo americano. L'isola più attiva su questo fronte cruento è quella di Malaita. Nel 2010 il suo villaggio più attivo nella caccia, Fanalei, aveva sospeso le sue attività in cambio di una compensazione economica da parte di una ong, ma gli isolani hanno ripreso a cacciare nel 2013. Solo gli abitanti di Fanalei tra il 1976 e il 2013 hanno ucciso 15mila delfini. I ricercatori si sono recati sul posto per documentare l'entità del fenomeno e i dati sono risultati allarmanti: nei primi tre mesi del 2013 oltre 1500 delfini erano stati uccisi. Si tratta, spiegano i ricercatori, di una delle cacce più ampie mai documentate al mondo, che batte perfino alcune delle più cruente in Giappone. La situazione potrebbe peggiorare, avvertono gli scienziati, visto che il valore di un dente di delfino è aumentato di 5 volte negli ultimi dieci anni e vale 70 centesimi di dollari.

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