ROMA. Alcuni coralli a rischio potrebbero avere benefici da 'integratori alimentari', come una polvere di zooplancton (ad esempio di crostacei e meduse). Lo afferma uno studio dell'Università di Miami, pubblicato su Plos One, che spiega come un'integrazione supplementare della loro alimentazione possa mitigare l'impatto negativo dei cambiamenti climatici che sbiancano e uccidono i coralli. I ricercatori hanno studiato un corallo un tempo molto diffuso a sud delle coste della Florida e nei Caraibi, l'Acropora cervicornis, considerato a rischio. Gli studiosi hanno diviso otto colonie geneticamente diverse in due gruppi: al primo hanno somministrato un supplemento di polvere di zooplancton 2 volte a settimana, al secondo non hanno invece fornito alcuna alimentazione aggiuntiva. Per otto settimane, hanno poi esposto i coralli a temperature elevate (fino a 30 gradi), un livello appena sotto la soglia di sbiancamento, e a forti concentrazioni di CO2, tenendo monitorata anche la quantità di prede che i coralli erano in grado di catturare. I risultati dello studio hanno dimostrato che la polvere di zooplancton ha aiutato i coralli a mitigare il calo della calcificazione: il gruppo che aveva ricevuto gli 'integratori' è stato in grado di aumentare il proprio livello di alimentazione e mantenere tassi di crescita normali, mentre i coralli che non avevano avuto alcuna integrazione alimentare aggiuntiva hanno mostrato una diminuzione della crescita.