LECCE. Per far prima «tanti colleghi prendono commedie argentine o spagnole e le rifanno. Sarebbe il caso di essere noi gli autori delle nostre commedie, sembra quasi che non riusciamo a leggere la realtà, la fragilità, i tic, nostri e del Paese». Lo ha detto Carlo Verdone agli Stati Generali della commedia italiana, curati da Marco Giusti oggi al Festival del cinema europeo di Lecce, dove ha anche assegnato, con i fratelli Luca e Silvia, a Più buio di Mezzanotte di Sebastiano Riso il Premio Mario Verdone, riservato a un'opera prima dell'ultima stagione. Il regista e attore ha anche accennato alla sua nuova commedia: «Dovrei iniziare a girare, con il coprotagonista Antonio Albanese, tra fine giugno e inizio luglio, per un'uscita che potrebbe essere verso fine gennaio. Questa settimana finirò il copione. Non c'è ancora un titolo, in genere sono veloce a trovarli, ma stavolta ho qualche difficoltà in più». La platea di Cannes, vissuta come interprete di La grande bellezza, non gli manca: «Io faccio commedie e quelle non sono per le Croisette, per noi ci sono altri Festival... con Paolo ho vissuto una bellissima esperienza e gli faccio un in bocca al lupo per quest'anno. Come attore con lui, ho toccato corde diverse, e spero ci sia presto un'altra occasione così». Per il futuro, c'è anche il desiderio di una reunion con il cognato Christian de Sica (interprete con Verdone di Borotalco, e Compagni di scuola, più un cameo in Acqua e sapone ndr): «Noi vorremmo tanto, essendo stati compagni di banco, recitare di nuovo insieme prima di diventare vecchi. Prima o poi lo faremo, ma serve una storia scritta bene». Riguardo lo stato attuale della commedia italiana « ho la sensazione che molti attori facciano troppi film. È vero che si deve battere il ferro finchè e caldo, ma non bisogna accontentarsi dell'affermazione momentanea» ha detto, discutendo del tema con Neri Parenti, Claudio Bisio, Luca Miniero, Riccardo Milani, Maccio Capatonda, Herbert Ballerina, insieme alle webstar Ciro Priello e Francesco Ebbasta dei The Jackal, e Nicola Conversa dei Nirkiop. Verdone che apprezza dei talenti sul web «il taglio surreale e sperimentale», ama in particolare Ciro Priello: «Ci sono delle sue cose di che mi hanno fatto molto ridere, ha i tempi giusti. È uno da prendere quasi a scatola chiusa perchè è bravo». Per il premio intitolato al padre, invece, la scelta fra i finalisti (con Più buio di mezzanotte, c'erano Perfidia di Bonifacio Angius, e Last Summer di Leonardo Guerra Seragnoli) quest'anno è stata particolarmente difficile: «Erano tre ottime pellicole diversissime tra loro, girate con molto rigore, tre ragazzi che faranno sicuramente una splendida carriera».