ROMA. Le galassie come la nostra Via Lattea sono state teatro di un vero e proprio 'baby-boom' stellare 10 miliardi di anni fa, con un'esplosione demografica e un tasso di natalità di stelle 30 volte superiore a quello attuale. Il nostro Sole però non è nato in quel periodo, ma più tardi, 5 miliardi di anni fa, come ha appurato il più vasto studio di osservazione delle galassie, coordinato da Casey Papovich, della Texas A&M University, e pubblicato sull'Astrophysical Journal. Tuttavia il fatto di essere nato appena 5 miliardi di anni fa è stato un vantaggio per il Sole e lo sviluppo dei pianeti del nostro sistema solare. Dopo il baby boom stellare elementi pesanti, come idrogeno ed elio, erano infatti più abbondanti, dato che venivano liberati nella galassia dalle stelle più anziane che morivano. In questo modo c'erano in quantità tutti i mattoni necessari per costruire un sistema planetario capace di ospitare la vita, anche sulla Terra. Gli astronomi, non avendo immagini del baby boom stellare, hanno studiato le galassie simili per massa alla Via Lattea, cercando nelle profondità dell'universo, assemblando un album di immagini con circa 2000 istantanee ricavate dai telescopi Hubble e Spitzer della Nasa, dell'osservatorio spaziale Herschel dell'Agenzia spaziale europea, e il telescopio terrestre de Las Campanas in Cile, dopo aver passato al setaccio oltre 24mila galassie. Così sono riusciti a risalire ad un'epoca di oltre 10 miliardi di anni fa, ottenendo l'immagine più completa finora ricavata di come le galassie simili alla Via Lattea sono cresciute in quel lontano passato. ''Abbiamo potuto vedere - spiega Papovich - come poteva essere la Via Lattea nel passato e che queste galassie hanno subito enormi cambiamenti nella massa delle loro stelle 10 milioni di anni fa''. Questa nuova analisi corrobora precedenti studi che avevano mostrato come galassie simili alla nostra sono partite come un piccolo gruppo di stelle, e poi, ingerendo grandi quantità di gas, hanno dato vita a tempeste di fuoco e nascita di stelle.