VALPARAISO. E' stata ricostruita la voce degli 'uccelli del terrore', i giganteschi uccelli carnivori preistorici incapaci di volare che popolavano il Sudamerica fra 62 e 2 milioni di anni fa. Un risultato possibile grazie alla scoperta dello scheletro fossile più completo di uno di questi bizzarri uccelli, ad opera del gruppo di ricercatori guidati da Federico Degrange, dell'Università di Cordoba in Argentina.
Pubblicata sul Journal of Vertebrate Paleontology, la ricerca spiega che questa nuova specie di uccello del terrore o fororaco, chiamata Llallawavis scagliai, dimostra che nel periodo del Pliocene c'era una maggiore ricchezza di animali di quanto finora pensato. E' il fossile più completo finora scoperto di fororaco, con oltre il 90% dello scheletro perfettamente conservato. ''E' stato ritrovato a La Estafeta, piccola città a sud di Mar del Plata - spiega all'ANSA Federico Degrange - nel 2010. Usando delle tomografie siamo riusciti a ricostruire digitalmente il suo orecchio interno''. In questo modo è stato possibile misurare la coclea e la sua capacità uditiva.
''Non sappiamo com'era la sua voce - continua Degrange - ma sappiamo che era capace di rilevare suoni a bassa frequenza, che sono quelli che subiscono meno modificazioni nell'aria e potevano essere usati da questi uccelli per comunicare tra loro a lunghe distanze e segnalare possibili prede''. E, sapendo quali suoni era in grado di udire, si può ipotizzare quale potesse essere la sua voce, su frequenze molto basse e ravvicinate. Poichè questi uccelli preistorici sono imparentati con le moderne chunas, piccoli uccelli terrestri che vivono in Sudamerica, si può pensare che la loro voce fosse simile, dunque con suoni bassi e semplici, ma sotto la media degli attuali uccelli. Gli uccelli del terrore erano uccelli enormi e carnivori, incapaci di volare, alti fino a 3 metri con un becco a uncino e molto sanguinari. Erano i predatori predominanti nell'era Cenozoica in Sudamerica, e questa nuova specie visse circa 3,5 milioni di anni fa in Argentina nel Pliocene.
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