ROMA. L'aria nelle città si fa sempre più irrespirabile. Primo colpevole, ma non l'unico, sono le polveri sottili emesse dalle auto, su cui si concentrano gli sforzi dei governi. Le contromisure messe in campo in Occidente, dagli Usa all'Europa, rischiano tuttavia di essere inefficaci, soprattutto perchè troppo generiche per rispondere a situazioni che variano in base alle peculiarità dei singoli territori.
A mettere in dubbio le politiche adottate in particolare negli Usa, dove si concentra il 45% della CO2 mondiale imputabile ai trasporti, è un nuovo studio dell'università di Boston secondo cui, se è vero che le aree urbane sono
responsabili del 63% di tutta l'anidride carbonica emessa in atmosfera dalle auto statunitensi, le emissioni non crescono però di pari passo con la densità abitativa, che è invece il parametro preso in esame per calibrare le azioni anti-smog.
Tra il 1980 e il 2012 le emissioni su strada sono aumentate in Usa del 50% passando da 1,04 a 1,55 miliardi di tonnellate, e l'80% dell'incremento si è registrato nelle aree urbane. In trent'anni, tuttavia, la popolazione urbana è cresciuta del 49%, mentre le emissioni pro capite nelle città sono aumentate solo del 15%. Nelle aree rurali, invece, la popolazione è lievemente diminuita e le emissioni pro capite sono salite del 22%.
«Questa discrepanza suggerisce che la traiettoria futura delle emissioni pro capite su strada non può essere così fortemente agganciata alle tendenze della densità urbana come precedentemente creduto», scrivono gli esperti, secondo cui vanno analizzati anche altri fattori - reddito pro capite, livello di occupazione, tipologie di lavoro e distanze casa-ufficio - che variano da luogo a luogo. L'inquinamento da traffico stradale è un problema molto sentito negli Usa, dove si concentrano il 5% della popolazione mondiale e il 30% delle auto presenti sul Pianeta, ma da cui viene il 45% della CO2 globale imputabile ai trasporti. Nel mondo, si legge ancora nel rapporto, il 23% delle emissioni derivanti dai combustibili fossili sono causate dai trasporti, e di queste il 40% è prodotto dalle auto nelle aree urbane. In Europa le norme sulla qualità dell'aria contrastano le polveri sottili ma, stando a un recente studio capitanato dall'Istituto internazionale per l'analisi applicata dei sistemi, senza ulteriori sforzi sul controllo delle emissioni molte aree europee continueranno ad avere un livello di inquinamento superiore ai limiti fissati dall'Ue e dall'Oms.
Con le leggi attuali l'inquinamento atmosferico resterà critico in Europa orientale, in Polonia meridionale e in diverse grandi città, da Milano a Parigi a Varsavia, scrivono gli esperti. Le fonti di inquinamento, spiegano, variano in base all'area geografica, e quasi ovunque il taglio alle emissioni delle auto non basta. Bisogna intervenire su altri fattori, due dei quali finora sottovalutati: le emissioni da combustibili solidi per il riscaldamento domestico, soprattutto in in Europa dell'Est; e il particolato secondario inorganico, spinto dalle emissioni di ammoniaca nelle aree a vocazione agricola.
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