ROMA. Bersaglio di attacchi e critiche, il popolo vegano sembra farsi sempre più strada. Sì, perchè nonostante molti non siano d'accordo sulla dieta dei vegani, pare che i nutrizionisti siano scesi in campo per difenderli ricordando spesso quanto sia necessario ridurre drasticamente il consumo di carne, per il bene del pianeta e della nostra salute. Al di là delle motivazioni etiche, ecco i pro e i contro di una dieta senza carne secondo due esperti Leonardo Pinelli, pediatra, diabetologo, esperto in nutrizione, vice-presidente della Società Scientifica Nutrizione Vegetariana e uno dei pochissimi che in Italia si occupano di alimentazione vegan nei bambini; e Vittorio Dell’Orto, direttore del Dipartimento di Scienze Veterinarie per la Salute, la produzione animale e sicurezza alimentare dell’Università di Milano, consulente per l’Efsa e relatore al recente convegno “La carne oggi: qualità e sostenibilità” organizzato dal comitato scientifico di Expo. Secondo Pinelli, "eliminare la carne, consentirebbe di risparmiare anche molte spese destinate alla cura di innumerevoli malattie. Purtroppo, però, non si fa prevenzione o educazione alimentare, e tutti consigliano sempre di mangiare carne. Intanto, in Italia l’aspettativa di vita sana è scesa: dal 2004 al 2014 abbiamo perso dieci anni per la donna e sei per l’uomo. L’alimentazione vegetariana e vegana, se ben pianificata, è adeguata a tutte le fasi della vita. Dalla gravidanza, all’allattamento, prima e seconda infanzia, adolescenza, età adulta e vecchiaia. Però bisogna farsi seguire da un nutrizionista specializzato per integrare tutti i nutrienti necessari. Purtroppo i medici, pediatri inclusi, non affrontano seriamente la nutrizione nel loro percorso di laurea e spesso sono impreparati e si fidano di quello che gli raccontano le aziende. La famosa dieta mediterranea, che tutti sbandierano, prevedeva proteine animali solo qualche volta al mese e per lo più rappresentate da pesce o formaggi freschi. La dieta vegana è la più fisiologica perché il nostro organismo è fatto per digerire e assorbire alimenti vegetali più che carni. Noi non siamo carnivori, possiamo mangiare carne ma in quantità limitata, se esageriamo ci ammaliamo. L’uomo non nasce come cacciatore: non è stato dotato dalla natura artigli e non ha la dentatura di un carnivoro, ha invece molari simili a quelli dei suoi cugini primati, perlopiù frugivori. La sua saliva inoltre è di tipo alcalino, adatta a scomporre cibi vegetali, e l’intestino non è corto come quello dei carnivori, ciò significa che non può eliminare velocemente la carne, che infatti comincia il processo di putrefazione liberando sostanze tossiche. Miti dello scorso secolo vogliono l’alimentazione umana ricca di proteine animali per la crescita, per il ferro e per il calcio. Studi decennali - spiega - hanno evidenziato invece come non solo si può vivere senza prodotti di origine animale, ma che il nostro stato di salute migliora notevolmente. Del resto discendiamo dalle scimmie antropomorfe che non erano carnivore. L’uomo nutrendosi di grassi animali, soprattutto in carni rosse, formaggi stagionati, pesce e pollame, assorbe gli inquinanti che passano dal grasso animale a quello umano. Veleni che, una volta in circolo, procurano diversi disturbi, a cominciare dall’acidosi. Il consumo di carne è ancora più pericoloso per i bambini, poiché mangiano circa cinque volte più di un adulto rispetto alla massa loro corporea e hanno poco grasso in cui stivare gli inquinanti. I quali, subito in circolo, danno origine a tutta una serie di malattie anche precoci". Secondo Dell'Orto, invece "bisogna sciogliere un equivoco di fondo che non tutti hanno ben chiaro: un conto è la carne tal quale, un altro è quella trasformata, come salumi, hamburger. Quando parlano di dannosità della carne, i medici fanno un conto totale, una metanalisi su dati globali, mettendo sullo stesso piano questi due prodotti che invece sono profondamente diversi. Non si può togliere la carne a un bambino. Gli servono le proteine per crescere, il ferro, la vitamina B12… ma sa quanto ci vuole perché il ferro contenuto nei vegetali diventi organico? Invece, quello della carne è già disponibile. Se io fossi un giudice condannerei i genitori vegani. Nella dieta vegana mancano gli amminoacidi essenziali che, nei Paesi sviluppati, vengono assunti con gli integratori senza mai arrivare a essere uguali a quelli naturali. Farli mancare a un bambino significa minare la sua crescita. Anche i Paesi in cui si ha un’alimentazione prevalentemente vegetariana, stanno gradualmente introducendo proteine animali perché ne hanno riconosciuto il beneficio. Persino nella tanto citata Cina è in corso un programma nazionale per aumentare il consumo di latte di un litro all’anno pro capite, ovvero 130 grammi di sostanza secca. Perché hanno capito che il latte di soia non va bene. Nei Paesi in via di sviluppo, dove il consumo di carne è quasi assente, le popolazioni associano alla carne la possibilità di sviluppare l’intelligenza. Questa credenza popolare può avere un fondo di verità perché c’è un equilibrio perfetto all’interno del muscolo e tessuto nervoso dei vari amminoacidi".