ROMA. Torna l'ora legale. Alle 2 di notte di domenica 29 marzo, le lancette si dovranno spostare di un'ora. Insomma, si avrà un’ora di luce in più, posticipando così l’orario dell’alba e del tramonto. Un passaggio che ci farà dormire un’ora in meno. Ancora oggi, non mancano i favorevoli e i contrari. L’ora legale è ormai una convenzione che consente di risparmiare luce elettrica a favore della luce solare per molti mesi. Dati alla mano, in Italia in sei anni, sono stati risparmiati ben 6 miliardi di Kilowatt/h, per un guadagno pari a quasi 900 milioni di euro. L’idea dell’ora legale risale al 1784, quando il celebre inventore del parafulmine, Benjamin Franklin, pensò ad un cambio di orario durante l’anno al fine di risparmiare energia. Un'intuizion che non ebbe molto seguito. Successivamente, nel 1907 l’idea venne riproposta dall’inglese William Willet, e finalmente, nel 1916, fu ufficialmente introdotto lo spostamento di un’ora durante il periodo estivo (3 giugno- 30 settembre), il così detto British Summer Time. Dopo l’Inghilterra, anche altri Paesi adottarono il cambio dell’ora. Sospesa poi nel 1920, tornò alla ribalta nel 1940. Nel 1948 fu nuovamente abolita. Solo nel 1966 tornerà in via definitiva. In alcuni Paesi, come quelli equatoriali, non è necessario adottare l’ora legale: la variazione delle ore di luce durante l'arco dell'anno, infatti, risultando minima, non giustifica il meccanismo. Nell’emisfero australe invece, essendo le stagioni invertite rispetto all'emisfero boreale, anche l'ora legale segue un calendario invertito: in Australia è in vigore da ottobre a fine marzo o inizio aprile, mentre in Brasile si va dalla terza domenica di ottobre alla terza domenica di febbraio. In Africa l’ora legale si utilizza raramente. In Russia, invece, è stata abolita nel 2011 per volontà di Dmitrij Medvedev. Il motivo? Il cambio d'ora in inverno è portatore di stress.