ROMA. Da Nessie nel lago di Lochness allo Yeti, le notizie di avvistamenti di mostri e creature misteriose hanno sempre popolato l'immaginario e i racconti di molti, creando delle vere e proprie leggende. Ma quella dell'abominevole uomo delle nevi, che sembrava avere trovato un 'riscontro' scientifico l'anno scorso con la scoperta di alcuni peli di un ibrido tra orso polare e orso bruno vissuto sull'Himalaya, è stata smontata dalle analisi del Dna condotte dal biologo venezuelano Eliecer Gutierrez, della Smithsonian Institution. Si tratterebbe infatti dei peli del normale e 'banale' orso bruno himalayano, con buona pace di tutti gli appassionati e complottisti. A partire dal primo presunto avvistamento, avvenuto nel 1889 ad opera di un colonnello britannico, c'è stata una sfilza di 'incontri' ravvicinati, con tanto di calchi e fotografie, con questa creatura, descritta con impronte enormi umanoidi, alta oltre 2 metri e coperta di pelliccia. Tutti poi ritenuti non attendibili ad una più attenta valutazione scientifica. Lo scorso luglio però Bryan Sykes e i suoi colleghi dell'università di Oxford avevano dato nuova linfa alle fantasie degli amanti della leggenda sostenendo che, dopo aver analizzato 57 peli 'sospetti' inviati da tutto il mondo, due di questi campioni appartenessero ad una specie di orso sconosciuta, che combaciava col Dna di un orso polare preistorico ricavato da un fossile di 40mila anni fa, un 'ibrido' tra l'orso bruno e quello polare che potrebbe aver dato vita alla leggenda dello Yeti. Tuttavia, qualche mese dopo altri ricercatori dell'università di Oxford e Copenhagen hanno dimostrato che questi campioni di pelo erano in realtà di un orso polare dell'Alaska non preistorico, ma dei giorni nostri, probabilmente attribuito a un orso sconosciuto per le cattive condizioni di conservazione. Sykes ha però continuato a sostenere che appartenessero all'orso ibrido e deciso di organizzare una spedizione sull'Himalaya sulle sue tracce, con la speranza di poter scovare prove dello yeti. Secondo il biologo Gutierrez, come si legge nello studio pubblicato sulla rivista Zookeys, non esiste invece nessun orso ibrido. La variante genetica nell'orso bruno rende infatti impossibile assegnare i 'campioni di Sykes', con certezza, a questa specie o all'orso polare. A causa dell'accavallamento genetico, i campioni possono appartenere a entrambe. Ma poiché l'orso bruno si trova in Himalaya, non c'è ragione, secondo Gutierrez, di credere che i campioni in questione appartengano a un'altra specie diversa dall'orso bruno himalayano.