ROMA. Il cervello, come ogni altro organo, va protetto dalle malattie ma anche dagli agenti esterni, come l'alcol o le droghe. Lo ha sottolineato Giulio Maira, senior consultant all'Unità operativa di Neurochirurgia all'Istituto Humanitas di Rozzano (Milano) e al Campus Biomedico di Roma, oltre che uno dei più importanti neurochirurghi italiani, nella sua relazione alla conferenza «Neurochirurgia e Ricerca» all'Accademia dei Lincei.
Focus dell'incontro l'avvicinarsi del medico alla complessità del cervello non solo come «motore» sovrano dei nostri gesti e dei nostri sensi, non solo bersaglio di malattie degenerative come l'Alzheimer o il Parkinson o «vittima» del cancro dall'infanzia alla senilità ma come specchio etico, sede del ragionamento come della fede. «Ho concentrato la mia attività di studio sugli aneurismi intracranici, la demenza idrocefalica e la fisiopatologia del sistema intracranico, l'uso del laser e i tumori cerebrali maligni - ha spiegato -. Proprio questa mia continua attenzione a 'riparare' il cervello anche quando la situazione è particolarmente complessa mi fa preoccupare in quest'epoca. In cui, a mio avviso, non si lavora abbastanza per comunicare quanto si debba proteggere questo organo. Dagli attacchi interni all'organismo, con la prevenzione e i controlli su testa e cuore e da quelli esterni come l'alcol e la droga. Questo mi preoccupa, mi fa temere che i comportamenti e la non sufficiente attenzione ai corretti stili di vita, diventino veri pericoli, oltre che per l'uomo, anche per la ricerca. Un appello, si continui ad insegnare come proteggere il cervello. Per continuare la ricerca, per elaborare il pensiero, per elevare la condizione umana».
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